S. APOLLINARE : tutti conoscono quello venerato a Ravenna, ma a Montecassino è importante quel S. Apollinare che fu suo abate nel IX secolo.
Oggi è la sua festa perché morì il 27 novembre 828 nel suo monastero dove fu sepolto insieme agli altri monaci. Ma non per molto tempo.
Anche nel Molise fu particolarmente venerato e a Casalpiano, in agro di Morrone del Sannio, gli era dedicata una grande basilica a tre navate: “Necnon et Petrus et Martinus presbyteri similiter obtulerunt beato Benedicto ecclesiam S. Marie et S. Apollinaris in eodem Murrone, loco vocabulo Casale planum “
Delle vicende archeologiche di Casalpiano sappiamo quasi tutto grazie allo scavo che qualche anno fa fu eseguito da Gianfranco De Benedittis con la supervisione della sezione archeologica della Soprintendenza del Molise che avrebbe dovuto assicurare la conservazione di questo sito che è tra i più importanti della regione per fatti storici e consistenza monumentale.
Il disastro è davanti agli occhi di tutti e non vale manco la pena parlarne perché nel Molise “quando il ciuccio non vuole bere, non serve suonare il ciufolo”.
Perciò, quando si va a vedere Casalpiano, conviene tapparsi gli occhi e dare spazio alla fantasia osservando i resti di una grandiosa basilica a tre navate che fu costruita, a mio parere, nell’XI secolo per decisione dell’abate cassinese Desiderio (poi divenuto papa con il nome di Vittore III).
Egli dell’abate Apollinare fu particolarmente devoto. Anzi sebbene le fonti non siano particolarmente esplicite, sicuramente fu papa Desiderio che lo innalzò agli onori degli altari come santo della chiesa cattolica.
Dell’abate Apollinare a Montecassino si ricordavano episodi leggendari che nella Cronaca cassinese assunsero il carattere del miracolo. Non solo per essere riuscito ad attraversare a piedi il fiume Liri mentre le acque scorrevano impetuose, ma soprattutto per essere stato l’artefice della conversione al Cristianesimo di Radelchi, conte di Conza.
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In effetti Apollinare fu considerato santo a Montecassino immediatamente dopo la sua morte, tant’è che l’abate Basaccio (837-856) raccontò che gli era apparso in sogno e lo aveva tranquillizzato di fronte al pericolo di un’annunciata invasione saracena.
L’abate Desiderio, fortemente influenzato dai racconti della sua esperienza alla guida del monastero, fece traslare le sue reliquie in luogo più importante e personalmente dettò l’epitaffio che fu posto sulla sua tomba.
Della grandiosa basilica rimangono pochi segni in un’atmosfera irreale.
Un capitello sferico-cubico, attesta che ormai le novità della cultura normanna avevano contaminato gli ultimi architetti della tradizione longobarda.
Piccoli segni di fronte alla tragedia del nostro tempo: l’incapacità di conservare ciò che la storia gratuitamente ci ha messo a disposizione.
Casalpiano è un esempio fulgido della nostra insensibilità
Una maledizione che i nostri figli ci manderanno quando scopriranno che non siamo stati capaci di ascoltare ciò che i documenti di pietra avevano registrato.
Se avessimo lasciato tutto sotto terra, saremmo stati meritevoli di ogni benevola considerazione.
Per saperne di più
https://www.francovalente.it/2008/09/18/s-maria-di-casalpiano-in-agro-di-morrone/
https://www.francovalente.it/2009/09/27/lo-scampato-pericolo-della-nobildonna-rectina/