Se n’è andato stanotte Nicola D’ Addario, sessantaquattrenne e noto imprenditore della gastronomia tipica; titolare coi suoi fratelli, Paolo e Nando, di un’ avviatissima azienda che sforna porchette per tutto il sud Abruzzo e nord Molise.
I fratelli D’ Addario avevano appreso dagli avi l’antica arte di famiglia di produzione artigianale di porchette iniziata nel piccolo centro montano di Carpineto Sinello e sono poi approdati in un moderno capannone dotato di numerosi forni nell’area industriale sansalvese, proprio affianco alla Pilkington: hanno trasformato una delle pratiche gastronomiche più antiche in uso nella società agropastorale in un’ attività industriale.
Hanno saputo conservare i cardini della tradizione nella ricetta carpinetana, continuando ad usare gli ingredienti di sempre; rifornendo centinaia di negozi e ristoranti hanno saputo allargarsi, pur conservando il target originario fatto di famiglie e persone nelle feste di paese, che raggiungevano con furgonicini rossi, ovunque conosciuti e riconoscibili.
Per dirla tutta, i fratelli D’ Addario, diventati industriali, non hanno smesso di vendere porchette alle feste di paese è né si sono assisi in comodi uffici damascati e men che meno hanno smesso di parlare il loro caratteristico e simpaticissimo dialetto carpinetano. Sono stati la dimostrazione vivente che si può avere successo e restare quelli di sempre. Loro sono rimasti quelli di sempre: lavoratori instancabili ed affabili.
Tutte le volte che sono andato a trovarli ho visto Nicola “alla produzione”, non in giacca e cravatta, ma con il classico camice da lavoro, che lavorava più dei suoi operai. E mentre lavorava rispondeva al commercialista o all’ amministratore delegato di un centro commerciale. Poi infornava o partiva col suo furgoncino e quando arrivava in un paesello era una “festa”.
La sua affabilità, amicalità e simpatia aveva conquistato anche mio padre, che quasi giornalmente andava da lui e dai suoi fratelli. Mangiavano un po’ di porchetta, bevevano un bicchiere di vino e si facevano due risate, in amicizia.
Era ed è facile essere amico di Nicola e di Paolo e di Nando. Fratelli di successo, a cui il successo non aveva dato alla testa. Credo che sia questo il messaggio che ci lascia Nicola e di cui la sua famiglia ed i suoi collaboratori possono andare fieri.
A Paolo e Nando ed ai famigliari tutti le condoglianze mie e della nostra Redazione.