Partecipa a IlTrigno.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

DA GRATTERI A TICKETONE PASSANDO PER...

La rubrica di Nicola Dario

Condividi su:

TEMPI  SOSPETTI

Procuratore Gratteri, la sua inchiesta su ’ndrangheta e politica esplode nel mezzo di una crisi di governo, e alla vigilia di nuove elezioni in Calabria. Come si fa a non parlare di «giustizia a orologeria»?

«Le giuro che i tempi della politica non c’entrano. Noi abbiamo saputo che dovevano arrestare l’assessore Talarico, assieme agli altri, quando è arrivata l’ordinanza del gip, all’inizio di gennaio, a un anno di distanza dalla nostra richiesta e a sei mesi dall’ultima integrazione. Le elezioni in Calabria erano fissate per il 14 febbraio, avremmo aspettato il 15 per non interferire sulla campagna elettorale, ma poi sono state rinviate ad aprile: non potevo lasciare arresti in sospeso per decine di persone altri tre mesi».

Non poteva attendere almeno la soluzione della quasi-crisi di governo? Cesa e l’Udc sono entrati nel gioco dei «responsabili» in soccorso del premier Conte...
«Io fino all’altra sera gli ho sentito dire in tv che lui e l’Udc non sarebbero entrati nella maggioranza, quindi questo problema non si è posto. Se ora qualcuno vuole sostenere il contrario lo faccia, ma io l’ho sentito con le me orecchie».
[il procuratore Nicola Gratteri a Giovanni Bianconi, CdS].

BLUE CHIP

Diverse dozzine delle blue chip, le maggiori aziende degli Stati Uniti, hanno reagito alla violenza dell’assalto  a Capitol Hill , e alla vergogna per aver visto violare il tempio della politica, con la decisione di sospendere tutti i finanziamenti, sia quelli destinati al partito democratico che a quello repubblicano. Altre, come American Express, Airbnb, Dow Chemicals, Mastercard, le società di comunicazioni AT&T, Comcast e Verizon, Amazon, General Electric e Morgan Stanley, hanno calato la scure in modo selettivo. Il loro bando ai finanziamenti colpisce il partito repubblicano, e in particolare i 120 deputati conservatori che hanno votato la notte stessa dell’assalto al Campidoglio a favore dell’obiezione voluta da Trump, che avrebbe invalidato il risultato delle elezioni» [ibidem].

 

RACCOGLITORI

Sono ancora Pd e Lega a raccogliere la gran parte del gettito del 2x1000 destinato ai partiti. Le donazioni, però, sono in calo: nel 2020 ai dem vanno 7,4 milioni, uno in meno del 2019, mentre la Lega ottiene 2,3 milioni, con un calo di 700 mila euro. Ma c’è chi sta peggio: Forza Italia perde altri 50 mila euro e scende a 575 mila, persino meno della neo-nata Italia Viva (725 mila). Il miglior incremento ce l’ha invece FdI, che sale da 93 mila a 164 mila, con un boom del 90%. Il M5S, non essendo un partito, non può invece ricevere fondi dal 2x1000» [Fatto].

 

VEGENUARY
Italiani che nel 2020 hanno aderito al programma Vegenuary, un gennaio vegano, 31 giorni di colazioni, pranzi e cene senza proteine animali: 15 mila. Nel mondo: un milione. Ricettario, secondo loro sfizioso, da adottare: hummus di cannellini e carciofi, lasagne al ragù di lenticchie, cotolette di cavolfiore, ecc.

Un mezzo fallimento il Dry January, l’impegno a non bere alcolici per tutto il mese di gennaio. Gli aderenti quest’anno sono diminuiti del 17% [Elvira Serra, CdS].
 

La multa a TicketOne L’Antitrust ha inflitto una multa di dieci milioni di euro a TicketOne per abuso di posizione dominante. La società del gruppo tedesco Cts Eventim, leader in Italia nella vendita di biglietti degli eventi dal vivo, secondo l’Antitrust ha attuato «una complessa strategia abusiva di carattere escludente che ha precluso agli operatori di ticketing concorrenti la possibilità di vendere, con qualsiasi modalità e tramite qualsiasi canale, una quota particolarmente elevata di biglietti per eventi live di musica leggera». Spiega Francesca Prisco sul Sole che «la strategia attuata da TicketOne si articolerebbe in una serie di condotte, messe in atto almeno dal 2013 e ancora in corso, che consisterebbero nella stipula di contratti di esclusiva con i produttori e gli organizzatori di eventi live di musica leggera, nelle acquisizioni dei promoter nazionali Di and Gi Srl, Friends & Partners SpA, Vertigo Srl e Vivo Concerti Srl, nell’imposizione dell’esclusiva sui promoter locali e nei comportamenti di ritorsione e boycott nei confronti del gruppo Zed, anche per escludere dal mercato rilevante Ticketmaster, controllata del gruppo Live Nation».

 

Condividi su:

Seguici su Facebook