È trascorsa circa una settimana dal giuramento del governo Draghi, un compromesso tra diverse visioni e identità politiche. Molti, soprattutto i più fedeli sostenitori dell’ex premier Conte, non ne perdono una per affermare che in una settimana non è cambiato nulla. Mario Draghi è Giuseppe Conte, così dicono, probabilmente per giustificare i gravi errori compiuti dal governo Conte durante questo periodo, soprattutto negli ultimi mesi.
In realtà, in una settimana è cambiato tutto, e non solo formalmente. Innanzitutto, la squadra di governo è cambiata profondamente, perché è vero, alcuni sono stati riconfermati, mentre altri, come la Azzolina e Bonafede, sono stati rimpiazzati da tecnici di grande spessore. Ad essere cambiato, però, è soprattutto il premier. Giuseppi era quello delle dirette Facebook, degli interventi da libro Cuore, delle comparse di Rocco Casalino. Inoltre, era sicuramente legato a una certa area politica, che rappresentava escludendo le opposizioni nelle sue decisioni durante la pandemia.
Invece, Mario Draghi è un tipo riservato, che non ama diffondere tutto ciò che fa, che non ha un profilo Facebook e che non riduce la politica ad una battaglia di mi piace. Non è riduttivo definirlo un “rivoluzionario” dei nostri tempi, perché è l’unico leader politico a non usare social network. Inoltre, Draghi è una autorevole personalità che è riuscita a raccogliere insieme forze politiche dalle visioni totalmente opposte, inserendo nello stesso governo Di Maio, Franceschini, Gelmini e Giorgetti. E chi, ignorando la storia, afferma che tale maggioranza non può governare, si dimentica che alla fine della Seconda guerra mondiale la nostra Costituzione fu emanata dal compromesso di tutte le forze politiche del periodo, dai cattolici ai repubblicani, ai liberali, ai socialisti e ai comunisti.
Anche questa volta, dopo una Terza Guerra Mondiale, è doveroso riuscire a unire tutte le forze, e sarà proprio questo l’obiettivo di Draghi, che lo allontanerà ancor di più dal Conte giallorosso e gialloverde. Infine, anche dal punto di vista legislativo, Draghi ha già deciso di sostituire i DPCM cari a Giuseppe Conte, definiti anticostituzionali, con decreti legge che dovranno avere il consenso di tutti i ministri e quindi di ogni forza politica che appoggia questo governo. Non è poco, considerando che tutta l’emergenza Covid-19 è stata gestita da Conte attraverso i DPCM. In una settimana, quindi, è già cambiato tutto. Se in meglio, lo vedremo nelle prossime settimane. Ma SuperMario non è assolutamente Giuseppi.