.Nicodemo e Giuseppe D' Arimatea furono protagonisti di una crocifissione molto particolare
Sulla questione esiste un'ampia letteratura. Soprattutto apocrifa. Cioè la tradizione raccolta in quei vangeli che non sono ritenuti ufficiali dalla chiesa ma che sono stati fonte di ispirazione per gli artisti di ogni epoca.
Ho scoperto che nel Molise esiste una contaminazione artistica che deriva direttamente da una tradizione orientale che si diffuse nel nostro territorio. Soprattutto in quella parte del Molise che guarda verso il Mare Adriatico e l'Oriente.
Per il momento non vi rivelo il luogo dove ha scoperto questa straordinaria versione della Crocifissione di Cristo che mi è stata generosamente mostrata dal proprietario della casa in cui è collocata da tempo immemorabile.
E' una di quelle tante case che facevano parte di complessi monastici greco-bizantini in terra di Molise e che nel tempo sono scomparsi per essere inglobati in abitazioni private.
Ci sarà tempo per parlarne.
Oggi voglio condividere con voi la gioia personale di una scoperta singolare.
Si tratta di un bassorilievo che probabilmente faceva parte di un ciclo che ornava una piccola chiesa che, per una serie di considerazioni, ritengo fosse dedicata a S. Michele Arcangelo.
La posizione di Cristo aiuta a comprendere che è ragionevole ritenere che si tratti di un'opera realizzata tra il XII e il XIII secolo. Prima dell'arrivo degli Angioini.
Cristo non è appeso ai chiodi. Le braccia sono orizzontali e lasciano supporre che i suoi piedi poggiassero su un suppedaneo.
La questione è antica.
Nelle crocifissioni più remote gli artisti si posero il problema dello sfilacciamento dei tendini delle mani e lo risolsero ponendo un pezzotto di legno su cui scaricare il peso del condannato.
Ma la particolarità di questa crocifissione è la presenza di due personaggi e delle colonne a torciglione che limitano la scena.
Le colonne fanno pensare a quei bassorilievi del X-XI secolo di area armena, mentre quello che regge una grande tenaglia e l'altro che sembra abbracciare il corpo di Cristo riconducono la scena al momento della deposizione dalla croce.
Per capire meglio possiamo fare riferimento a una crocifissione che ritengo coeva o di poco anteriore. Quella famosissima di Benedetto Antelami nel duomo di Parma del 1178.
Il racconto è ripreso dal Vangelo di Giovanni, integrato dal cosiddetto "pseudo-Vangelo" di Pilato.
Sulla sinistra Nicodemo con una lunga tenaglia sta estirpando il chiodo del braccio destro.
Dall'altra parte Giuseppe d'Arimatea si prepara a sostenere sulle proprie spalle il corpo di Cristo.
In alto, a destra e sinistra del capo aureolato di Cristo, due angeli in volo.
Per il momento tanto basta per confermare che nella nostra regione c'è ancora tanto da imparare.