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Covid-19, le emozioni di un anestesista diventano una poesia

che conquista il premio dell'Associazione "22 aprile"

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Dopo un anno nel quale il racconto del Covid-19 è passato molto attraverso le immagini, a Chieti la parola si riprende la scena. E lo fa attraverso pochi versi, intensi, struggenti  ma mai leziosi scritti da un anestesista del “SS. Annunziata” che racconta il tumulto emotivo del momento nel quale si appresta a intubare un paziente, tormentato da esitazioni contrastanti: glielo dico oppure no, cosa gli dico, cosa mi risponderà. Il medico è Luca Di Tizio, che questa mattina nello spazio antistante l’ospedale ha ricevuto il premio che gli è stato conferito dall’Associazione Culturale 22 aprile, impegnata sui temi della letteratura e dell’ambiente. 

“Siamo convinti che solo una perfetta comprensione del reale, dell’epoca che viviamo, compreso il dolore, potrà aiutarci a costruire un tempo migliore - ha spiegato la portavoce Maura Chiulli leggendo le motivazioni del premio - . I versi di Di Tizio ci restituiscono l’immagine umana del medico, del poeta ferito, che, al pari di tutti gli operatori sanitari, sperimenta la paura, lo sfinimento, e al tempo stesso la forza e il coraggio di tornare, ogni giorno, al proprio posto a far fronte ad altra sofferenza”. 

La poesia, in dialetto ortonese, si intitola “Sfiatéte” , Senza fiato, ed è stata letta questa mattina dall’attore Andrea Alesio, nato pure lui a Ortona, rappresentata alla breve cerimonia dal Sindaco Leo Castiglione, che si è detto onorato e orgoglioso di portare il saluto della città a Di Tizio. 

Il responsabile della Rianimazione dell’ospedale di Chieti, Salvatore Maggiore, ha sottolineato la capacità di Luca di descrivere i sentimenti comuni a tutta l’équipe del reparto, e di mettere insieme le doti di umanità e professionalità che fanno di un medico “un buon medico”. 

“Il dialetto è la lingua delle emozioni - ha commentato Di Tizio - io ho provato l’urgenza di esprimerle, ne sono stato quasi travolto. Nei malati di Covid ci riconosciamo tutti di più , e così il nostro lavoro si carica di un particolare coinvolgimento. Accetto allora questo premio a nome di tutti quelli che ogni giorno sono in prima linea in questa battaglia, e lo dedico a quelli che hanno perso e a quelli che ancora combattono”. E se accade nel giorno della candidatura del personale sanitario italiano al Nobel per la pace è una coincidenza bellissima.

 

 

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