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NEL GIORNO DELL'ASCENSIONE, VALENTE DESCRIVE L'AFFRESCO DI S. MARIA OLIVETO

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Un affresco poco conosciuto di S. Maria Oliveto è l’occasione per ricordare l’avvenimento e per capire per quale motivo l’immagine di S. Paolo è sempre associata a una spada.

S. Maria Oliveto è frazione di Pozzilli, ma nel passato ha avuto una propria autonomia amministrativa. Una cinquantina di anni fa la comunità locale tentò anche di avviare le procedure per il riconoscimento del diritto a eleggere una propria amministrazione e un proprio sindaco, ma non se ne fece nulla e ormai non c'è più nessuno che voglia ritentare quella strada.

All’interno del nucleo abitato di S. Maria Oliveto vi è una sola chiesa, dedicata a S. Lorenzo. Ospita le attività liturgiche della parrocchia che fino agli anni settanta apparteneva alla diocesi di Montecassino.

L’interno, a una sola navata, è gradevole e l’andamento circolare della parte absidale attesta in maniera inequivocabile che l’attuale impianto baroccheggiante si sovrappone ad uno più antico, forse quello dell’antica chiesa di S. Maria, anche se l’originaria (quella che ha dato il nome al paese) era in tutt’altro luogo.

Dentro si venera non solo S. Lorenzo che, con la graticola del suo martirio, è a lato della Madonna Addolorata, ma anche S. Antonio da Padova, che ha un suo cappellone insieme a S. Antonio Abate e S. Lucia.

La chiesa avrebbe bisogno di grandi restauri. Se ne parla da decenni ma ormai la gente è rassegnata a tenersi l'edificio così come è.

Eppure al suo interno si conserva un singolare ciclo di affreschi sistemati su due registri della piccola abside.

In basso sono, di buona fattura, i dodici Apostoli. Ma non quelli dell'Ultima Cena.

Sono tutti in piedi, sei da una parte e sei dall’altra, a lato di una piccola crocifissione molto rovinata..

Nel catino absidale è un rozzo Cristo Pantocratore, di mano sicuramente diversa, benedice alla greca in una mandorla iridata e quattro angeli a lato.

Mi sembra molto simile per fattura a quello della chiesetta di S. Giovanni a Scapoli. Probabilmente è dello stesso pittore.

Di ogni personaggio si leggevano le iniziali del nome (alcune sono rovinate) in caratteri gotici. Alcuni si riconoscono per il carattere iconografico o per quello agiografico, ricavato cioè dalle sacre scritture.

S. Andrea (.A.) è associato all’immagine di una croce astile essendo stato martirizzato con la crocifissione.

Manca Giuda Iscariota che, come si ricava dagli Atti degli Apostoli, fu sostituito da Barnaba, di cui si legge il nome (.BAR.B.).

Pietro, come sempre, ha il capo calvo, anzi tonsurato, e mostra una grande chiave nella mano sinistra.

Vi è pure S. Paolo che, sebbene non sia compreso tra gli apostoli di Cristo, fu considerato tale per l’importanza della sua predicazione: “L’Apostolo delle genti” come fu definito.

Secondo il solito è rappresentato mentre regge una grande spada.

Nella tradizione medioevale questo simbolo assunse un triplice significato.

Uno legato al carattere tagliente della sua predicazione.

Un altro alla sua “Lettera agli Ebrei” dove afferma: “La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore” (Ebrei 4, 12).

Il terzo, infine, è collegato al suo martirio che avvenne a Roma mediante decapitazione.

Sicuramente appaiono Andrea, Bartolomeo. Filippo, Matteo .

La presenza contemporanea di Paolo e Barnaba insieme agli altri apostoli permette di ipotizzare che si tratti della rappresentazione del momento dell’Ascensione di Cristo che è rappresentata in una maniera insolita e sotto certi aspetti originale perché con un artificio compositivo Giovanni non appare nella teoria degli apostoli, ma insieme alla Madonna nel momento in cui Cristo, morendo, indica il discepolo prediletto e dice “Donna ecco tuo figlio, figlio ecco tua Madre”.

Per una serie di valutazioni stilistiche queste pitture dovrebbero essere di epoca angioina, tra la fine del secolo XIV e l’inizio di quello seguente.

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