All' On. Carmela Grippa - Camera dei Deputati Roma
E p. c. Sign. Direttore Inps Sede di Chieti
Gentile On. Grippa,
con la presente formulo a nome della mia famiglia i sensi più deferenti di gratitudine per l' iniziativa di sindacato ispettivo che ha inteso intraprendere, col Suo collega On. Nappi, rivolgendo al Signor Ministro del Lavoro una interrogazione per verificare se il Governo è a conoscenza di quanto avviene in danno degli invalidi della Provincia di Chieti.
Invero, tra i 2/3 degli invalidi che sono costretti a rivolgersi "ai professionisti del settore", poiché in prima istanza viene negato loro il riconoscimento della indennità di accompagnamento, c' è anche mio padre, che ho accompagnato personalmente nel Poliambulatorio Asl di San Salvo, assistendo alla "visita" fatta dalla Commissione medica, consistita in due - tre domande rIvoltegli da una dottoressa su noi figli.
Nessuno ha inteso chiedere se mio padre riuscisse a lavarsi o a vestirsi da solo o a farsi la barba o ad andare al bagno o a mangiare o ad uscire di casa in autonomia.
Se gli avessero rivolto una di queste domande, i medici avrebbe preso contezza che mio padre se non è assistito h24 da mia madre (che pure è anziana) non riesce a fare alcuna delle predette attività . E non parliamo di quelle più complesse come assumere i 6 farmaci giornalieri.
Se il giorno della visita io lo avessi lasciato nell' anticamera dell' ambulatorio, lui non sarebbe riuscito né a prendere l' ascensore del DSB e men che meno a tornare a casa, perché non è in grado di orientarsi e prendere i mezzi pubblici.
In sostanza, mio padre ha bisogno di una persona che vigili su di lui, lo accompagni ovunque (bagno compreso) e lo aiuti ad alimentarsi ed igenizzarsi.
Eppure, proprio in virtù di quanto Lei, On. Grippa, ha riferito al Governo, la Commissione medica ha ignorato queste palesi evidenze (comunque rilevabile dalle certificazioni mediche da noi prodotte). Se è stato fatto per far risparmiare l' Inps è cosa di cui Codesto Ministero si occuperà in sede di risposta alla Sua interrogazione e che potrà essere eventualmente acclarata laddove venga disposta un' ispezione amministrativa.
Tuttavia, per conto della mia famiglia, comunico che non faremo ricorso al Tribunale per protesta contro questa palese ingiustizia e né ci conforta che i dati da Lei riportati nell' interrogazione rivelino che mio padre è in buona compagnia di chi va subendo la medesima ingiustizia.
Riteniamo, invece, di cogliere l' occasione per chiedere al Signor Direttore Inps (cui la presente è indirizzata per conoscenza, unitamente alla comunicazione di diniego dell' accompagnamento) di emettere immediato provvedimento di revoca in autotutela dell' errato provvedimento, giacché abbiamo intenzione di adire si le vie legali, ma non in sede civile per avere riconosciuto un diritto negato, quanto quelle che prevedono provvedimenti sanzionatori, in capo a chi nega diritti ovviamente...ove dovesse risultare che tali dinieghi hanno rilevanza penale: più che l' indennità negata ci interessa portare in luce una prassi di 'forti contro deboli" e ci conforta che anche autorevoli membri del Parlamento italiano se ne stiano occupando.
CordialitÃ
Dott. Orazio Di Stefano - giornalista
QUI SOTTO IL LINK PER VEDERE L'INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/09408&ramo=CAMERA&leg=18