Celenza sul Trigno ha dato l'ultimo saluto a Lucio Barisano, ex dipendente SIP- Telecom, che ha saputo conciliare il lavoro, anche come calciatore con il Celenza e con altre squadre del circondario, così come allenatore di alcune compagini sempre del territorio, compresa San Salvo.
Molti amici celenzani e non, nonostante la giornata novembrina piovosa e fredda, sono venuti a salutarlo in Chiesa per essere vicini ai familiari.
Alcuni mesi fa ci siamo incontrati ed abbiamo conversato su una panchina di attesa fuori dal San Pio, era con Licia, la moglie torrese, ricordando qualche episodio del passato. Ha combattuto questa battaglia fatale. Era di fede praticante, come ha detto Padre Jean Pierre.
Due figlie ed una nipote. Aveva ripreso, penso, il carattere del padre, proveniente da Tufillo, socievole ed allegro, cresciuto con altri due fratelli e quattro sorelle, con una madre tutto fare qui in paese.
Ricordo una nostra "ragazzata" da età più avanzata con lui, per fortuna a buon fine, indenni noi ed un ferito: Marte Giovinetto, con una lesione al naso, in Piazza del Popolo. Era un giovedì santo del 1970. Eravamo un bel gruppo di giovani lì. Ero appoggiato con un piede al bordo della fontana, con l'intento di riuscire con un salto a raggiungere la base del monumento. Lucio all'insaputa di tutti, intuendo la mia intenzione, si piazza di lato. Salto, in contemporanea parte anche lui e tutti e tre in acqua, per fortuna in punti diversi, in una serata fredda. Di corsa attraverso tutto il percorso del paese (lasciando scia di acqua della fontana), per tornare ad asciugarmi e cambiare i vestiti a casa in Via Carriera. Penso idem anche da parte sua. Con quel fracasso e tonfo, uscì di casa il maestro Berinto Aloè, vide la sua scultura a terra, rimproverò tutti, minacciò una denuncia, dirigendosi verso la stazione dei carabinieri. Nel mentre, alcuni nostri amici con forza e di peso rimisero seduto Marte. Tornò Berinto, contento dell'integrità della sua opera (eccetto una piccola lesione al naso), chiese di conoscere i colpevoli per rinunciare alla querela. Così io e Lucio, ci dichiaramo, porgendo le nostre scuse. Da buon educatore Berinto ci perdonò.
Ciao Lucio. P. S. La lezione di perdono di Berinto, senz'altro, ci è stato di esempio ad entrambi nella vita di responsabilità professionale, di attività lavorativa, di genitori ed educatori a perdonare di fronte alle scuse del prossimo (figli, ragazzi, giocatori......). Perdonare è educare.