Una seduta-fiume per discutere del futuro di 216 lavoratori della Silda Invest (una delle due ex-Golden Lady). L’incontro di ieri a Gissi tra rappresentanti dell’azienda e sindacati è durato ore. Così come lungo e teso è stata la successiva assemblea con i dipendenti. A fine giornata emergono le cifre che definiscono i contorni della situazione. Da lunedì continueranno l’attività solo 87 persone su 216. Le altre torneranno in un limbo dal quale sono uscite solo per qualche mese e che sarà coperto dalla cassa integrazione straordinaria. Le prossime, per tutti, saranno ore di attesa e speranza. Sarà una telefonata ad avvisare chi rientrerà all’inizio della prossima settimana. L’azienda li chiamerà scegliendo chi ha raggiunto nei mesi precedenti un certo livello di qualità nella produzione.
Da giorni simili timori circolavano – seppur ammantati da un cauto silenzio – a Gissi. Si conoscevano le difficoltà che l’azienda marchigiana, specializzata nella lavorazione di calzature femminili di fascia medio-alta, ha incontrato dopo il varo della legge di stabilità a dicembre. La copertura del periodo di formazione on the job non da parte del ministero non c'è più e si stanno cercando vie alternative.
Per ora i sindacati sono riusciti a strappare l’impegno alla società di riassorbire tutti i 129 esuberi entro il 31 dicembre 2013. Per farlo sarà allestita una nuova linea produttiva sulla quale formare i dipendenti per poi valutarli e reintegrarli a intervalli bimestrali.
Un inizio d’anno peggiore per uno dei maggiori siti produttivi del Vastese non è immaginabile. Al rientro dalle ferie, il 7 gennaio, i dipendenti della New Trade (l’altra azienda ex-Golden Lady) hanno trovato i cancelli chiusi che hanno preannunciato il licenziamento di 19 unità . Una doccia fredda che di fatto ha annullato gli accordi per la riconversione di almeno quella parte di stabilimento.
Giovedì scorso il tavolo ministeriale a Roma per la Silda Invest si è concluso con un nulla di fatto. Un estenuante tira e molla per intere famiglie del Vastese che vedono cadere le buone premesse di quest’estate.
Non è un periodo dei migliori neanche per i rappresentanti sindacali che da anni seguono il destino dei lavoratori orfani di Nerino Grassi fuggito in Serbia alla ricerca di un costo del lavoro più basso e vicino allo sfruttamento. A loro il compito non facile di comunicare agli operai gli esiti di una riconversione che pare sfaldarsi giorno dopo giorno.
È quello che hanno fatto anche ieri. Sintetico il commento di Arnaldo Schioppa (Uil): «Grande la delusione. I dipendenti, a detta anche dell’azienda, lavorano con entusiasmo e professionalità ».