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LA “COEEERENZA”? LA VEDREMO GIA' NELLA GIUNTA

Primo intervento post elettorale di Tonino Marcello (Azione politica)

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Nell’ultimo suo comizio Emanuela De Nicolis, commentando il passo indietro di Nicola Argirò, Antonio Boschetti e del sottoscritto (rispettivamente i più votati di Più San Salvo, Partito democratico e Azione politica), faceva intendere che tale passo indietro fosse stato determinato dalla paura di noi “pezzi da 90" (come ci ha definiti) di essere “impallinati” una volta entrati in Giunta: è noto che gli assessori possono essere revocati dal sindaco, al contrario dei consiglieri comunali, che, invece, sono inamovibili. 

Per quel che riguardava lei e la sua Giunta, la De Nicolis ha più volte detto che avrebbe tenuto conto del risultato elettorale e del consenso. Ora, come tutti sanno, coloro che hanno avuto più consensi nella coalizione del sindaco eletto sono: Tiziana Magnacca (più votata in Città nuova), Eugenio Spadano (più votato in Lista popolare), Giancarlo Lippis (più votato nella Lista Noi San Salvo) e Giammarco Travaglini (più votato nella Lista San Salvo è). 

Quindi, se tanto mi dà tanto, la nuova Giunta dovrebbe essere composta da questi quattro, con l’attribuzione della delega di vice sindaco alla Magnacca quale “consigliere anziano” (titolo che si ottiene sommando il voto di lista più il voto personale) e da un quinto assessore che dovrebbe essere Tony Faga, quale secondo eletto dopo la Magnacca. 

Se la De Nicolis nominasse una Giunta così composta dovremmo tutti riconoscere che si tratta di un sindaco “coeeerente”, perché dà seguito a ciò che aveva detto o fatto intendere sui palchi. Ma se, come si paventa, in Giunta entreranno i meno votati tra gli eletti o addirittura coloro che non sono stati proprio eletti vorrà dire che sarà una Giunta degli esterni e che il sindaco non è stato per nulla “coeeerente”.

Se non chiedono di diventare assessori, vorrà anche dire che Tiziana Magnacca, Eugenio Spadano, Alfonso Di Toro e Giancarlo Lippis hanno paura di perdere tutto, cioè di essere revocati dal sindaco dopo essersi dimessi da consiglieri (è noto che per entrare in Giunta bisogna non essere consiglieri comunali), quindi si tengono ben stretto il posto in Consiglio.

Se dovessimo avere la Giunta degli esterni avremmo conferma che in quella coalizione imperversa la sfiducia degli uni verso le altre e che ognuno deve “ripararsi” da colpi bassi, la qual cosa tiene congelato il consenso ed evidenzia un sindaco che predica bene e razzola male.

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