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Immigrazione, Caner (Matrix): «Perché lavorare guadagnando onestamente è visto come un reato?»

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Nella testa e nel cuore di noi operatori del Consorzio Matrix si sono affollate in questi giorni diversi eventi e notizie alle quali non riesco a dare un ordine umanamente coerente:
un’emergenza umanitaria dovuta agli ingenti sbarchi forse senza precedenti che sta martoriando il nostro Paese e lo sta sottoponendo ad una dura prova per riuscire ad arginarla e gestirla, sedicenti politici che raccolgono firme contro l’accoglienza marciando sulla paura della gente per coniare squallidi slogan politici per accaparrarsi qualche voto, Papa Francesco che non smette di ricordarci che queste persone morte nel naufragio erano solo persone come Noi in cerca di felicità..

Sabato sera nello stesso momento nel quale con i ragazzi dei centri portavamo per le vie di Vasto la Croce di Lampedusa, in processione dalla chiesa di San Marco Evangelista,  simbolo di dolore, ma anche del riscatto dalla morte…trovavano la morte forse più di 900 persone in mare perché l’ennesimo barcone si è rovesciato nel canale di Sicilia!!
Che relazione c’è tra queste notizie così assurdamente distanti tra loro? Cosa vuole insegnarci la storia questa volta? Mi chiedo cosa noi cittadini di un piccolo paese siamo chiamati a fare di fronte a tutto questo?

La frustrazione, la rabbia, il dolore di sapere donne e bambini piccoli annegati in acque gelide credo però siano emozioni devastanti per tutti Noi..credo che l’unico modo per affrontare notizie disumane sia ripartire dalla nostra umanità!

Le famiglie in quella barca hanno colpa del disagio che l’Italia sta attraversando per accogliere profughi così numerosi? Hanno colpa dello spietato mercato di uomini promosso da killer senza scrupoli sulle coste libiche? Hanno responsabilità rispetto al menefreghismo dell’Europa sorda e egoista rispetto alle difficoltà italiane nel gestire questa emergenza?
Con ogni probabilità la risposta è scontata finanche per il più convinto degli xenofobi: la colpa è dello scellerato modo in cui l’essere umano vede solo il suo tornaconto, le responsabilità sono dei governi che si sono mossi e si muovono sempre e solo in relazione a logiche economiche e non umane!

Allora mi chiedo perché sul mio territorio lavorare guadagnando onestamente viene visto come un reato se si lavora per accogliere profughi. Allora mi chiedo se combattere contro gli arrivi di queste  persone sul nostro territorio significhi davvero combattere contro questo scempio oppure sia un modo comodo per esorcizzare le nostre paure e scaricare le nostre responsabilità prima di uomini e poi di cittadini.

Al di là della retorica infatti, forse oggi più che mai si tratta di essere concreti ed è questa concretezza che mette paura. Dal nostro Comune, dalla nostra Provincia, dalla Ns. Prefettura si levi una voce fiera di chi ha l’intelligenza di capire cosa non funziona e non strumentalizza un’emergenza nazionale per farsi strada politicamente! Combattiamo insieme allora una ingiustizia sociale che si sta riversando contro i più deboli, con la coscienza di chi è pronto a collaborare per fronteggiarla.

Nel nostro piccolo urliamo al Governo e alla politica internazionale che l’emergenza va arginata sulle coste dell’Africa e non sobbarcando il nostro Paese di un’accoglienza numericamente insostenibile!
Troppo comodo però utilizzare toni di rifiuto verso povera gente, troppo facile pensare di poter scacciare chi è solo scappato dalla guerra per proteggere moglie e figli. Attenzione perché l’imbarbarimento è dietro l’angolo, se è vero che c’è qualcuno pronto, magari a calci e pugni, a dare lezioni di inciviltà!

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