Partecipa a IlTrigno.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Colangelo: «Dovere ricordare le foibe e l’esodo giuliano-dalmata, obbligo morale che richiama a responsabilità civile e storica»

A Vasto approvata mozione per intitolare strada a Norma Cossetto, commissario provinciale del Comitato 10 febbraio tra i partecipanti al viaggio sul percorso storico degli esuli di Istria e della storia delle foibe

Condividi su:

Il Consiglio comunale di ieri a Vasto ha registrato momenti di forte tensione e dibattito vivace ma, allo stesso tempo, non sono mancati altri di totale unità e condivisione all’interno della maggioranza e tra maggioranza ed opposizione. Uno di questi ha visto l’approvazione, all’unanimità, di una mozione presentata dai consiglieri comunali Francesco Prospero, Vincenzo Suriani e Guido Giangiacomo di Fratelli d’Italia e Antonio Monteodorisio di Forza Italia per intitolare una strada della città alla memoria di Norma Cossetto.  

Studentessa universitaria laureanda in Lettere e Filosofia presso l’Università di Padova, Norma Cossetto fu violentata, infoibata e uccisa dai partigiani titini la notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1943, 81 anni fa. Rinchiusa nelle carceri di Parenzo, fu legata ad un tavolo e violentata ripetutamente da diciassette aguzzini. Una donna che abitava lì vicino la sentiva implorare pietà, chiedere acqua, invocare la mamma. Condannata a morte dal locale “tribunale del popolo”, fu condotta fino all’orlo della foiba di Surani, dove fu nuovamente violentata, le furono recisi i seni, spezzate braccia e gambe e fu sottoposta ad ulteriori orrori prima di essere infoibata. Anni dopo, su indicazione del Prof. Marchesi, le fu conferita la laurea Honoris Causa dall’Università di Padova. Il Presidente Ciampi le conferì la Medaglia d’Oro al Merito Civile.

«Esprimo la mia personale gratitudine e quella del Coordinatore regionale Fabio Pace a tutto il Consiglio comunale di Vasto per la sensibilità dimostrata. Un ringraziamento particolare va ai consiglieri firmatari della mozione Francesco Prospero, Vincenzo Suriani, Guido Giangiacomo e Antonio Monteodorisio con i quali ho avuto un dialogo costruttivo e proficuo che ha portato alla sua stesura – ha dichiarato Andreana Colangelo, commissario per la provincia di Chieti del Comitato 10 febbraio - Norma rappresenta tutte le donne che, ieri come oggi, in tempo di guerra e in tempo di pace, subiscono violenze indicibili. Ricordarla significa rendere giustizia a chi ha pagato con la vita l’essere italiano, e riaffermare il dovere della memoria contro ogni tentativo di negazionismo o rimozione storica».

«Il Comitato 10 Febbraio rinnova l’impegno a collaborare con l’amministrazione comunale per l’individuazione di uno spazio pubblico idoneo e per l’organizzazione di iniziative commemorative e culturali – sottolinea Andreana Colangelo - È nostro dovere tramandare alle nuove generazioni la memoria delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Ricordare significa prevenire. Preservare queste pagine della storia italiana è un obbligo morale che ci richiama alla responsabilità civile e storica».

Per una coincidenza temporale l’approvazione della mozione è giunta all’indomani della conclusione di un viaggio dall’importante valore storico con cui 65 ragazzi provenienti da tutta Italia, tra cui Andreana Colangelo (la foto di copertina di quest’articolo è l’intervista alla TGR Friuli Venezia Giulia su questo viaggio), hanno attraversato il percorso percorso storico degli esuli di Istria e della triste storia delle foibe. 

«Nel corso del Viaggio del Ricordo, ho avuto l’opportunità di visitare Magazzino 18 a Trieste, luogo simbolo dell’esodo dalle terre dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. È stata un’esperienza profondamente toccante, un vero vortice di emozioni. Ho provato rabbia, non solo per quanto accaduto, ma per il lungo silenzio che ha avvolto questa storia, per troppo tempo. Ho sentito il dolore, vedendo la quotidianità che gli esuli furono costretti ad abbandonare, perché non avevano alternativa. Ho pianto tanto – la testimonianza di Andreana Colangelo - Mi sono tornati in mente gli incontri organizzati con il Comitato 10 Febbraio e le parole degli esuli che mi hanno donato le loro testimonianze. Questa volta, però, non è stato più solo ascolto: ho visto tutto con i miei occhi, ho sentito tutto sulla mia pelle. È stato emotivamente devastante, ma anche necessario. Perché oggi più che mai so che dobbiamo continuare a parlarne. Più forte, con più convinzione». 

«Ho visitato la Foiba di Basovizza, luogo simbolo della tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Un luogo di dolore e di memoria, dove il silenzio parla più di mille parole. Quella delle foibe è una pagina dolorosa della nostra storia nazionale, troppo a lungo rimossa o taciuta. Negare quanto accaduto è rendersi complici di tali atrocità. Troppe sono le pagine che sono state strappate dal grande libro della storia, è nostro dovere dunque preservare il ricordo di tali crimini, affinché questi non si verifichino mai più. Lo dobbiamo a tutte le persone che sono state uccise perché italiane, lo dobbiamo a tutti coloro che sono stati costretti a lasciare la propria casa e la propria terra senza più farvi ritorno. Rinnovare la memoria dei Martiri delle foibe e degli Esuli è un dovere, trasmetterla alle nuove generazioni è un obbligo morale – racconta il commissario del Comitato 10 febbraio - abbiamo avuto l’onore di incontrare i delegati della Comunità Italiana di Pola, in un momento di dialogo e condivisione all’insegna del ricordo. Siamo stati accolti con grande cordialità dal Console Onorario d’Italia, dalla Vicepresidente della Regione Istriana e dal Vicesindaco della Città di Pola. Un incontro significativo, che ci ha permesso di scoprire le radici storiche e culturali tra l’Italia e questa terra».

 

 

 

 

 

Condividi su:

Seguici su Facebook