Non scholae sed vitae discimus.
Con queste parole mio padre mi ammoniva bonariamente alla vigilia di ogni nuovo anno scolastico, così ricordandomi il valore dello studio e del sapere.
E puntualmente mi serviva la traduzione: non impariamo per la scuola ma per la vita.
Mia madre invece, per nulla avvezza al latino, mi ammoniva e basta, lanciandomi una strana occhiataccia alle nove meno un quarto, quando finiva carosello e dritti a letto.
Cosà entrambi certificavano il tramonto delle vacanze e l'avvio, all'indomani, di una nuova avventura tra i banchi di scuola.
Un pó triste e un un pó inquieto, sapevo che i libri avrebbero fatto parte del mio destino, e mi rassegnavo all'idea.
Ma presto ho imparato che la scuola era ossigeno puro per il mio percorso di crescita e mi avrebbe aiutato a cogliere le piccole, grandi ambizioni della vita.
Ho compreso, negli anni, che per realizzare i propri sogni é necessario percorrere la strada, a volte stretta e tortuosa, dello studio, del sacrificio, dell'applicazione, della rinuncia.
Così come, negli anni, ho scoperto il fascino del sapere, del parlare e dello scrivere bene, la bellezza del conoscere la storia e le scienze, la letteratura e il pensiero filosofico, le lingue straniere e l'arte, la musica e le religioni.
Ho capito quanto erano preziosi gli insegnanti, il personale amministrativo e i tanti collaboratori scolastici che mi offrivano, ogni giorno, un'opportunità per essere migliore.
Oggi, da Sindaco di una Comunità che mi ha aiutato ad imparare, comprendere e scoprire tutte queste cose, vivo con emozione la mia ennesima vigilia, senza il latino di mio padre e con carosello giá finito da un pezzo.
E penso ai nostri ragazzi, ai quali raccomando un'unica cosa: non sciupate questa opportunità , perché Cupello vi vuole bene e aspetta voi per renderla migliore.