LENTELLA - In occasione del Primo Maggio a Lentella si è tenuta l'iniziativa Lentella, un paese fondato sul lavoro. L'iniziativa, organizzata dal Pd locale, è stata incentrata sulle immagini e le testimonianze dei lentellesi che per necessità hanno varcato i confini italiani per lavorare all'estero durante gli anni '50, '60 e '70. È stata anche l'occasione per ascoltare le speranze e le prospettive di chi non entra ancora nel mondo del lavoro, ma vede all'orizzonte un grande punto interrogativo.
Riportiamo, integralmente, il contributo di Mirea D'Alessandro, studentessa 17enne di Lentella. Una lettera indirizzata ai propri coetanei e a chi oggi, con le proprie scelte, deciderà il futuro delle prossime generazioni.
Buona sera, sono qui come rappresentante dei giovani e dei loro sogni. Purtroppo non abbiamo 'beccato' il periodo giusto, per avere dei desideri, delle speranze, ma nonostante ciò, vorrei che fosse chiaro a tutti: noi non molliamo, ci teniamo stretti il più possibile quelle poche speranze che ci rimangono. Lo so che è più facile a dirsi, ma non a farsi... però la vita, l'esperienza ci insegna che i risultati, quelli migliori, richiedono tanto sacrificio, tante cadute.
Realizzarci sia culturalmente che sentimentalmente, è anche una forma di ringraziamento ai noistri genitori, nonni e antenati, che si sono sacrificati il più possibile, anche emigrando in altre terre, cercando fortuna per garantire alle nuove generazioni un futuro migliore, un maggior numero di possibilità e speranze, che loro per una ragione o l'altra non hanno potuto avere, quindi l'invito che voglio fare ai giovani è quello di non abbandonare questo paese di non cercare fortuna altrove, dobbiamo perseverare e continuare ad aver fiducia.
Ricordiamoci che viviamo in un paese cosi bello, con una storia, cultura, arte che tutto il mondo ci invidia. La vera sfida non è andare all'estero per lavoro... ma restare qui!! Dando uno schiaffo morale a tutti quelli che ce lo vogliono impedire. Abbiamo la voglia di cambiare il mondo, è una caratteristica della nostra età , ci hanno convinto di non avere un futuro, ma un futuro ce l'abbiamo e come!! Bisogna solo scoprire come guardare oltre e superare i problemi... quando c'è un problema, non cerchiamo un colpevole, ma cerchiamo una soluzione...
Che storia e che vita incredibile quella di Steve Jobs, che lasciò gli studi dopo pochissimi mesi di frequenza, partendo per un viaggio in India. Quando tornò si mise a frequentare soltanto le lezioni che gli interessavano. Nonostante avesse rinunciato agli studi fu l'inventore dell'ipod, iphone e ipad... Si rivolse cosi agli studenti di Standford nel 2005: «Il vostro tempo è limitato, non buttatelo via vivendo la vita di qualcun altro, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione, in qualche modo loro sanno già , cosa voi volete davvero diventare, tutto il resto è secondario!!».
Io penso che noi siamo la promessa di un domani migliore, noi siamo la prova che insieme si può, non possiamo dimenticarci cosi facilmente, di tutte quelle persone che sono morte per noi, per darci un’Italia migliore, non lo permetteremo, ci hanno portato via tutto, ma la memoria, e la speranza di poter cambiare le sorti di questo paese, non ce la porterà via nessuno.
L'appello che voglio fare oggi è quello di aiutare noi giovani a credere nei nostri sogni, affinchè non vengano chiusi in un cassetto!
Concludo dicendo che... spero che questo Paese possa rinascere più forte e più bello di prima... voglio crederci, voglio credere in questa Italia che è caduta tante volte, ma si è sempre rialzata... Nonostante tutto voglio ancora credere in una politica onesta che si occupa dei suoi cittadini... noi avremo speranza se nel futuro di questo Paese potremo riuscire a coltivare i nostri sogni!