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Il Vangelo rallegrerà e la verità apparirà in piena luce

Commento al vangelo

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Gesù è stato il primo grande perseguitato. È morto in croce per essere stato fedele al progetto evangelico e al cammino di liberazione annunciato. Egli non ha nascosto questa verità agli amici e discepoli. Ha spiegato perfino le ragioni delle persecuzioni: “Un discepolo non è più del suo maestro” (Mt 10,24). Non si può avere un destino diverso dal suo. Le persecuzioni che gli apostoli affronteranno li renderanno simili al Maestro; il Vangelo rallegrerà e la verità apparirà in piena luce.

A ragion veduta Bossuet affermò che il cristianesimo, nato sulla croce, si rafforza nelle avversità. Se Gesù è stato calunniato e chiamato addirittura Belzebul, il principe dei demoni, quanto più è calunniato chi lo segue. Il comando “Non temete!” (Mt 10,26) è un determinato invito al coraggio. Esso deve manifestarsi nel parlare chiaro e nel gridare con i fatti l’insegnamento di Gesù: non vergognarsi mai del Maestro davanti agli uomini. La paura nei discepoli nasce dalla mancanza di fede in Dio Padre. Per seguire Cristo bisogna rinnegare a se stessi. Il credente reagisce al timore, attingendo dalla fede l’energia della fiducia, perché egli sa che la Parola di Dio non è incatenata.

Mai si può avanzare per scusa il famoso detto di don Abbondio: “Il coraggio uno non se lo può dare. No! Il credente si appoggia sempre alla potenza del Signore, che non fa mai mancare la sua grazia e il coraggio a chi si trova in difficoltà. “Temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna” (Mt 10,28). Chi si appoggia a Dio con fede, non ha paura: nemmeno di perdere la propria vita. Infatti, chi sa di essere nelle mani di Dio, sa di non poter essere in mani migliori.

Il credente sa che, anche nelle tante penose vicende la mano di Dio è su di lui, e in ogni cosa o avvenimento sa percepire il suo disegno di amore, infatti, Dio non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per prepararne una più certa e più grande(A. Manzoni, Promessi sposi). “Non temete!” (Mt 10,26), Gesù ci esorta ad avere il coraggio delle nostre idee; il coraggio della fede; il coraggio dell’annuncio cristiano, della testimonianza. Il coraggio della verità. I tempi in cui viviamo esigono da tutti i cristiani, un grande coraggio. “Se uno non lotta per le proprie idee, o le idee non valgono nulla, o non vale nulla lui” (Ezra Pound). Ha detto il beato Paolo VI: “La vita cristiana esige coraggio. L’autenticità della vita cristiana esige un grande coraggio. Non possiamo essere cristiani se non con coraggio pieno, con forza”.

E Jacques Maritain: “Se un tempo bastavano cinque prove per l’esistenza di Dio, oggi l’uomo le ritiene insufficienti e ne vuole una sesta, la più completa, la più autorevole: la vita di coloro che credono in Dio”. Ci dobbiamo rendere conto sempre di più che un cristianesimo pallido o incolore, come traspare a volte dalla vita di tanti, non può che lasciare indifferenti. “Il mondo di oggi chiede ai cristiani di rimanere cristiani” (Albert Camus). Dobbiamo essere coerenti e coscienti del nostro cristianesimo, anche se in minoranza; anche se ci prendono in giro per le nostre idee religiose. Le parole di Gesù sono molto chiare: “Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio” (Mt 10,32). “Un riformatore non deve navigare seguendo la corrente, ma spesso controcorrente anche se ciò può costargli la vita (Gandhi).

La differenza tra un santo e un cristiano mediocre è che il santo ha un’illimitata confidenza in Dio, nonostante la sua fragilità e i suoi difetti. È necessario, allora, uscire dalla mediocrità e tornare a essere cristiani coraggiosi, coerenti, credenti, credibili e attraenti! “Nulla è più contagioso dell’esempio” (La Rochefoucauld). In un mondo che rischia ogni giorno di più di scivolare nel grigiore dell’indifferenza. Tu ed io possiamo e dobbiamo essere una presenza di provocazione e persino d’inquietudine. Ricordiamo quanto diceva san Giovanni Crisostomo: “Non ci sarebbero più pagani se ci comportassimo da veri cristiani”! È la testimonianza della vita che attira e conquista; è l’esemplarità della nostra condotta che va realizzata con le parole e con le opere.

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