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Riordino delle guardie mediche, Fioravante Di Giovanni: «No a ridicoli campalinismi»

Senza un accordo la valle del Trigno resterà senza punti di prima assistenza

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Riordino delle guardie mediche e Valle del Trigno. «Si può fare un discorso unico solo se i sindaci penseranno al territorio e non al proprio orticello». Lo ha affermato nuovamente Fioravante Di Giovanni, dirigente Asl, raggiunto telefonicamente nei giorni scorsi.
Attualmente, senza accordo fra i sindaci, spariranno le guardie mediche di Celenza sul Trigno, Palmoli e Carunchio, mentre sopravviveranno quelle di Castiglione Messer Marino e Gissi.

 

Una settimana fa i sindaci abruzzesi e molisani della vallata si sono incontrati a Dogliola per discuterne, ma non ne è uscita una posizione unitaria. Alcuni di loro hanno presentato il progetto ‘Insieme per tutti’ che prevede un ambulatorio infermieristico nell’attuale sede della Protezione Civile ‘Valtrigno’ a Dogliola a pochi metri dalla statale ‘Trignina’. In questo caso ci sarebbero già la struttura e le ambulanze per un eventuale trasporto all’ospedale di Vasto. Il Comune di Dogliola è il capofila del progetto.

Simile, ma da approntare ex-novo, la soluzione caldeggiata dall’ammistrazione di Celenza sul Trigno, ovvero un punto di assistenza a Canneto che, come il precedente, ha l’aspetto favorevole della vicinanza alla ‘Trignina’.
Posizione impraticabile, invece, quella del sindaco di Palmoli, Roberta Marulli: preservare la guardia medica nel proprio paese.

 

Sulle diverse intenzioni degli amministratori, Fioravante Di Giovanni ha un’idea chiara: «Si possono fare tante cose, ma solo con l’accordo fra i sindaci, altrimenti si scende nel ridicolo. La Asl lascerà solo tre guardie mediche (Gissi e Castiglione più un altra se si arriva all’accordo, NdA) – un numero già superiore al consentito – e si può sfruttare questa possibilità per fare un punto unico. Quelli di Dogliola e Canneto sono progetti molto validi, ma uno se ne può scegliere. È ancora possibile approfittare dell’opportunità data dalla Asl, ho visto diversi diversi Comuni molto disponibili a un accordo. Pensare, però, che se si difende la propria guardia medica alla fine la Asl metterà a disposizione i medici in due progetti è fuori dal mondo. Se poi si ostinano, potrebbero farlo in forma privata come a Casoli, ma la riuscita non è così certa e per i cittadini avrebbe un costo maggiore».

Ora, quindi, la palla passa agli amministratori locali che dovranno scegliere tra una cieca difesa del proprio orticello e una soluzione, magari meno popolare, di lungimiranza territoriale.

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