«Quelli che conoscono la strada della casa del povero, quelli che hanno spazzato la polvere della sua scala, non bussano mai alla sua porta senza un sentimento di rispetto. Sanno bene che l’indigente, ricevendo da loro il pane, come si riceve da Dio la luce, li onora… sanno che nulla pagherà mai due lacrime di gioia negli occhi di una povera madre, né la stretta di mano di un galantuomo che viene messo in condizione di poter attendere la ripresa del lavoro».
Federico Antonio Ozanam (dall’articolo “Dell’Elemosina” 1848)
Il pensiero di Ozanam, storico e giornalista francese, fondatore della Società di San Vincenzo de' Paoli beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 1997, riassume l’anima e il cuore dell’attività solidale e di cammino con i più bisognosi della società ispirata al santo da cui prende il nome. Un’associazione presente in tanti luoghi del mondo che porta avanti iniziative caritatevoli e cerca di aiutare i più poveri della società.
Oltre vent’anni fa la San Vincenzo de’ Paoli è nata anche a Casalbordino, nella parrocchia SS Salvatore, dall’impulso di Maria Antonietta Antola – la “signora Titti” come tutti la conoscono in paese – e del parroco don Silvio Santovito. Un’iniziativa che ha riscosso, immediatamente, un grande successo ottenendo una gran risposta dal cuore sempre generoso della cittadinanza. Gli esordi della Conferenza di San Vincenzo de Paoli a Casalbordino li ricorda, in questa breve testimonianza, la signora Titti.
Il prossimo appuntamento per la San Vincenzo sarà il 10 e l’11 maggio con la Fiera-Mercato della solidarietà in largo Barbara Micarelli, la piazzetta delle suore. Acquistando gli oggetti e i libri in vendita sarà possibile contribuire alle attività solidali dell’associazione. In questo video Francesca, una volontaria della Conferenza casalese, ci racconta in cosa consiste l’impegno dell’associazione e ci regala un’anteprima di quel che sarà possibile acquistare in questa occasione.
Conferenza e visita sono le parole chiave del pensiero di Ozanam che abbiamo riportato all’inizio di quest’articolo. «La parola visita è mutuata dal lessico della consuetudine sociale borghese, mentre il termine conferenza deriva dalla consuetudine accademica = conferire, ragionare, discutere insieme. Dibattito culturale. Infatti la nascita della prima Conferenza di Carità è preceduta da Conferenze di storia e da Conferenze spirituali (le predicazioni a Notre Dame) – sottolinea la San Vincenzo de Paoli sul proprio sito web nazionale - E vogliono significare, il primo (visita), il rispetto verso la persona del povero e l’attenzione ai problemi della povertà per la soluzione dei quali occorre impegnare l’intelligenza e la cultura, da cui il senso della Conferenza, cioè il “ conferire “ insieme nella comunità , ma anche (dal verbo latino conferre ) mettere insieme, dedicarsi, consacrare, rendersi utile, portare insieme i pesi gli uni degli altri. Conferenza e visita sono al centro dell’apostolato di Ozanam e della Società di San Vincenzo De Paoli nei secoli».
«Ciò che caratterizza l’azione delle Conferenze di San Vincenzo è l’aiuto portato alle persone povere attraverso un rapporto personale e diretto attuato con la visita al loro domicilio, recandosi nelle abitazioni o nelle strutture (case di riposo, ospedali, Istituti, centri di accoglienza…) ove vivono le persone che soffrono il disagio e l’esclusione sociale – testimonia l’associazione nazionale - La Società di San Vincenzo De Paoli fa propria la cultura del “prendersi cura”, sottolineando la scelta di una relazione di aiuto stabile e non occasionale con la persona, non limitata all’intervento di soccorso al bisogno materiale, ma orientata alla promozione integrale della persona e alla sua crescita umana e spirituale, divenendone compagni di cammino e accompagnandola sulla strada dell’autopromozione, perché gli sia restituita la dignità e il posto che gli spetta nella società. Così la persona in difficoltà non è più soltanto “un bisogno sociale” da soddisfare, ma “una persona da amare”».
«L’assistenza che umilia quando si preoccupa soltanto di garantire le necessità terrene dell’uomo, onora quando unisce al pane che nutre, la visita che consola, il consiglio che illumina, la stretta di mano che ravviva il coraggio abbattuto; quando tratta il povero con rispetto, non come un eguale ma come un superiore, giacché egli sopporta ciò che forse noi non sapremmo sopportare, giacché si trova fra noi come un inviato di Dio per provare la nostra giustizia e la nostra carità e per salvarci mediante le nostre opere» (da un articolo di Ozanam su “L’Ere Nouvelle”).