I fatti sono incontrovertibili sono questi: all’incirca quattro mesi fa sono stati fatti lavori alla villa comunale ed oggi è caduta una delle “nuove” panchine allora posizionate. Su questo nessuno discute, nel senso che la foto (postata per primo fra tutti da Fabio Raspa e poi ripresa da San Salvo capoluogo di provincia) non è né un fotomontaggio e né una fake, tanto è vero che la panchina è stata transennata.
Le due prevalenti opinioni (opinioni nel senso che si tratta di analisi non da tutti condivise) che si trovano sui social sono queste: hanno sbagliato il basamento. Questo lo dicono soprattutto i tecnici non filogovernativi. Infatti proprio in un mio “Caffè”, Fabio Raspa, che è geometra e non solo ex assessore, aveva detto che quelle panchine sarebbero cascate…una alla volta; la panchina è collassata per colpa degli atti di vandalismo. A sostenere questa tesi sono soprattutto i “socialcomunali”, cioè quelli che lavorano al Comune o per il Comune e si incaricano di rispondere su facebook ai tecnici non filogovernativi: per i “socialcomunali” qualunque critica è fatta per odio contro l’Amministrazione diretta dai propri datori di lavoro;
E’ giusto chiedersi se il collasso ci sia stato per colpa di chi ha fatto i lavori alla villa o di chi non li ha controllati oppure perché qualcuno ha buttata a terra la panchina. Prima o poi, gli Uffici comunali saranno chiamati a relazionare su quanto accaduto e diraderanno l’arcano mistero. Tuttavia noi che ci siamo sempre battuti per la libera circolazione delle idee in Città siamo lieti che si sia aperto, anche in questo caso, un dibattito: è meglio ora che c’è un dibattito che quando non c’era.
Cogliamo l’occasione per ricapitolare – a nostro sommesso giudizio – come funzionano i dibattiti sui social. Ci sono quelli assolutamente contro e quelli assolutamente a favore. Gli uni e gli altri non cambieranno mai idea, perché la loro posizione è aprioristica, ideologica e blindata. Facciamo un esempio sul dibattito che ha preceduto questo: quello su Piazza Artese. Per i controgovernativi la procedura è stata forzata e quindi è stato giusto che l’Opposizione abbia adito le Autorità di garanzia. Per i filogovernativi quel che conta non è la procedura, ma il risultato dell’opera. Tanto i controgovernativi quanto i filogovernativi sono il 20% della popolazione, due zoccoli duri che, sommati, arrivano al 40%. Resta il 60% che non è schierato a prescindere, che valuta le cose di volta in volta e che fa pesare la bilancia da una parte o dall’altra. Conquistare questo 60% o la maggioranza di esso e ciò a cui aspirano i due poli contrapposti.
Perché – come dicevo poc’anzi – sono lieto che si aprano dibattiti? Perché, nelle due anomale legislature precedenti, se cadeva una panchina non c’era nessuno a farlo notare. Né chi avrebbe detto che era stata messa male e né chi avrebbe detto che era colpa dei vandali. Per cui era come se quella panchina non fosse mai caduta. Adesso che finalmente c’è la dinamica democratica contrapposta, nessuno può ignorare che una panchina di quattro mesi sia caduta. Poi il 60% non schierato aprioristicamente valuterà se avrà avuto ragione il “tecnico non filogovernativo” o i “socialcomunali”.