Grazie.
Sei stata una donna, una moglie, una madre, una nonna speciale.
Mi mancherai, immensamente.
Mi mancherà la tua casa sempre piena di affetto e accoglienza, ma anche di un pasto caldo quando nessuno ti avvisava. Eri sempre pronta a trovare una soluzione, senza perderti in inutili chiacchiere, con spirito di dedizione e sacrificio.
Non dimenticherò i pomeriggi, le estati al mare e tanti altri momenti trascorsi con te e i cugini, e le volte in cui ci sgridavi per la nostra impertinenza. Te ne abbiamo fatte passare tante, ma tu ci perdonavi sempre, come una grande nonna sa fare.
Saranno sempre vivi in me i momenti in cui, mentre io e nonno Enzo discutevamo di politica, tu ci invitavi a cambiare argomento, ma poi, vista la nostra passione, ci lasciavi continuare.
Mi mancheranno i Natali e le feste in famiglia, quando la casa si riempiva di colori, bambini, grida, risate.
Insomma, a parole e a freddo mi è difficile esprimere quanto ti volevo bene, ma di una cosa sono certo: la nostra famiglia non sarà più la stessa senza di te, e ci sarà sempre un vuoto incolmabile in noi.
Al di fuori dell’ambito familiare, uno dei tratti che amavo più di te era la tua attiva partecipazione alla vita comunitaria. Amavi stare tra la gente e amalgamarti in qualsiasi contesto sociale.
Sei stata una cristiana attiva ed esemplare. La messa ogni sera era uno degli impegni a cui mai ti sei sottratta, e usavi quel momento per pregare per la tua famiglia, i tuoi figli, i tuoi nipoti, i tuoi amici.
Come dimenticare le sagre delle Ndrocchie trascorse assieme con la ProLoco di Cupello. Mi portavi con te fin dalla preparazione e mi hai insegnato cosa significa essere parte di una squadra, fin da quando ero bambino. Tu nella tua postazione, io nella mia, dediti a un servizio per la nostra comunità. È questo, forse, il più grande insegnamento che mi lasci. Indipendentemente dai ruoli ricoperti, a volte anche nel silenzio e nelle retrovie, compiere un gesto di servizio per la propria comunità è un dovere, ma può e deve diventare anche un piacere.
Lo scorso aprile, abbiamo vissuto l’ultima esperienza comunitaria assieme. Il primo Festival del Carciofo in cui entrambi (anche io per la prima volta) ci mettevamo in gioco.
Ricordo che i ragazzi, che erano con noi nello staff, a fine sagra ti vennero vicino e dissero: “Anna Maria, gli anni e le sagre passano, ma tu con il tuo affetto e il tuo impegno, resti ogni volta nel nostro cuore. Ci vediamo il prossimo anno.”
Purtroppo non sarà così, ma sappi che, in ogni momento della mia vita, io, noi familiari, ma anche tanti al di fuori della nostra famiglia, ti ricorderemo e ti penseremo.
In questi mesi, per te difficili e per noi altrettanto complicati, venivo sommerso ogni giorno da messaggi, telefonate, saluti e pensieri di persone dispiaciute. Sei entrata nel cuore della gente. Sogno un futuro in cui io possa avere i tuoi stessi valori, la tua stessa libertà e la tua stessa voglia di vivere.
Grazie, grazie, grazie!