In queste ore un gruppo vasto di amministratori locali, segretari, militanti e simpatizzanti del Pd ha scelto di aderire spontaneamente alla proposta politica lanciata da Stefano Bonaccini per la segreteria nazionale.
L’unica proposta che nasce a sinistra, nel Pd, è nella militanza e nella buona amministrazione. Affidare il partito a chi lo conosce e ci ha vissuto è il segnale di affetto più grande che possiamo dare oggi ai milioni di italiani che votano e vorrebbero votare PD.
Il PD ha bisogno di una guida autorevole, diffusa, dialogante e connessa con i territori. Per queste ragioni ci siamo ritrovati pienamente nelle idee di partito che arrivano da Bonaccini e nelle parole affidate al suo primo messaggio: basta correnti, apertura alla società, radicamento territoriale, credibilità, ascolto e presenza su problemi e opportunità che riguardano i cittadini, lavoro e lavori.
Crediamo fermamente in un PD che deve tornare a fare il Pd, un partito nato per dare voce alla gente e visibilità ai territori: senza il Partito Democratico non può esistere una proposta capace di superare la destra, inadeguata, conservatrice, pericolosamente legata a un passato fatto solo di errori. Non possiamo farlo da soli, ne siamo consapevoli, perché crediamo nel valore delle alleanze, lo abbiamo sempre praticato, dobbiamo tornare a usare al meglio le diverse sensibilità per costruire la grande area riformista e progressista che all’Italia in questo momento serve, come serve anche al centrosinistra.
Insieme, dovremo ricostruire un partito con le fondamenta ben piantate nella lotta alle diseguaglianze e che non sfugga dall’urgenza di colmare i divari che caratterizzano il nostro Paese: divari economici, territoriali, di genere, nell’accesso all’istruzione e alla formazione, nel lavoro. Divari che si sovrappongono e si intersecano provocando svantaggi multidimensionali, che si acuiscono in un Paese che non cresce e colpiscono soprattutto i più deboli.
Vogliamo un partito capace di aggredire tali svantaggi, con politiche pubbliche finalizzate alla crescita, con una redistribuzione della ricchezza a vantaggio delle fasce più deboli, ma soprattutto con un sistema di servizi pubblici efficienti e accessibili a tutti, che rendano i diritti civili e sociali realmente esigibili e inclusivi. Serve un Partito al passo con i tempi, capace di affrontare la transizione digitale ed ecologica con un approccio moderno e riformista, che ponga al centro del suo impegno il lavoro, in tutte le sue forme, tornando a respirare e a crescere nei luoghi dove si lavora, si produce, si scambia, contrastando la precarietà e le forme di sfruttamento quanto e, soprattutto, promuovendo la partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa e dell’attività produttiva, nel segno della socializzazione delle conoscenze.
Lavoreremo affinché questo congresso parli agli altri: per la ricostruzione di un partito che ragiona delle persone con le persone e capace di una concreta analisi della società e di una tangibile proposta politica alternativa alla destra.
Una proposta nuova, un nuovo inizio, che sia aperto alle associazioni, ai mondi sindacali e dei lavori, alle tante energie positive oggi non coinvolte. Una proposta e un percorso a cui l’Abuzzo darà un contributo importante. In molti stanno aderendo alla sfida di Bonaccini, dentro e fuori il partito. Alleghiamo un estratto delle prime adesioni. Un elenco già lungo e qualificato ma soprattutto aperto e per questo invitiamo ad aderire chiunque senta di voler essere parte attiva in questo ambizioso progetto. Nei prossimi giorni questo cammino vedrà nascere i primi incontri allargati alle energie sociali nei territori in un confronto aperto e sincero, accogliente e inclusivo che scriva il nuovo inizio del Pd di cui abbiamo bisogno.