Il tempo come sempre è galantuomo, alla fine la verità viene sempre a galla, pensavo a questo il 24 febbraio di quest’anno, mentre, a San Salvo, in provincia di Chieti, assistevo all’inaugurazione della piazza intestata a Bettino Craxi. Non era la prima volta che partecipavo all’inaugurazione di una piazza o di una strada a Bettino Craxi, a volte abbiamo subito contestazioni dei soliti noti giustizialisti, (si perché essere giustizialisti per molte persone è diventato un modo di essere, legato al bisogno di una identità misera, perché manichea, che gli fa percepire se stesso dalla parte dei giusti), ma questa volta era diverso. La diversità di questa iniziativa sta nella capacità organizzativa da parte dell’Associazione Sandro Pertini di San Salvo e della sua Amministrazione.
Sono ormai più di 20 anni che organizzo e vado ad Hammamet il 19 gennaio con i compagni e in questa occasione provo sempre un sentimento di ingiustizia, di rabbia per quello che ha dovuto subire Craxi, la sua famiglia, i socialisti ed il Paese. Certamente il clima è cambiato, con gli anni molti si sono ravveduti, nonostante una parte della stampa e del paese è ancora oggi imbevuta di giustizialismo, nonostante ciò in questi anni ancora non si sia riusciti a rendere responsabile, e dunque democratica, la magistratura.
In molti, anche non socialisti, sono ormai convinti che nel 1992 in Italia sia avvenuto un golpe post moderno, mediante l’uso del combinato disposto tra media e settori della magistratura irresponsabile e per questo eversiva, con il fine di modificare gli assetti istituzionali, indebolendo la politica a favore delle lobby economiche nazionali ed internazionali, all’epoca con l’obiettivo, poi realizzato, di privatizzare e svendere le imprese pubbliche.
Molti ricordano com’era la cosiddetta “Italia da bere”, il quinto Paese industrializzato, un benessere diffuso grazie all’abbattimento dell’inflazione dovuto all’accordo di San Valentino, difendendo il potere di acquisto dei salari; è anche l’unica volta che durante il governo Craxi l’Italia ottiene la tripla A dalle agenzie di rating, e in molti ricordano le promesse di un mondo migliore che i giustizialisti ipocritamente promettevano, oggi i risultati sono sotto gli occhi tutti, un paese più povero e piegato su se stesso, lavoro precario, servizi sociosanitari sempre più insufficienti, a confronto i vituperati anni 80 sembrano l’eldorado.
Ma cosa è successo di particolare a San Salvo che mi ha commosso, che mi provocato un forte senso di giustizia e si, anche un po’ di orgoglio di essere un socialista Craxiano?
Osservare, che in quella piazza piena di gente comune, che viene dedicata a Bettino Craxi Statista, la presenza, oltre che di Stefania Craxi Presidente della Commissione Esteri e Difesa del Senato della Repubblica, più di 60 Sindaci della zona con la loro fascia tricolore, a rendere onore ad un uomo che ha amato il suo Paese e tanto ha fatto per renderlo uno Stato autorevole
In questa manifestazione si è espressa quella visione del ruolo degli amministratori locali, che essendo i più vicini ai cittadini, sono in grado di comprendere e demistificare le fake news e le manipolazioni mediatiche sullo stato del Paese. Forse molti non erano consapevoli, ma si stava riproponendo quella visione emancipatrice dello Stato Unitario in cui le culture cattolica e quella socialista intravedono nella conquista dei comuni la possibilità di emancipazione della società.
Non so e non credo che fossero tutti socialisti, ma sono certamente sindaci consapevoli del duro ruolo di essere amministratori, nel dover dare risposte ai bisogni dei propri cittadini, e consci della delicatezza del loro ruolo sanno che senza verità non c’è giustizia e senza giustizia non c’è democrazia; una grande lezione di civiltà.
Una sola nota dolente, c’è un Paese che vuole rialzare la testa c’è un popolo socialista sempre più anziano, assente la classe dirigente socialista alla ricerca di un posto al sole. Qualcuno dirà nostalgia di un mondo che non c’è, ma sbaglia non si tratta di nostalgia, ma di non dimenticare cosa c’era di buono che potrà essere utile anche per il futuro, perché un paese senza memoria è un paese che si fa colonizzare.
(foto di Simone Colameo)