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ALFONSO DI TORO NON E' UNO YES MAN

E SI SCHIERA DI FATTO CON LE DUE EMME: MENNA - MARCOVECCHIO (Francesco e Manuele)

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Alfonso Di Toro è stato per tanti anni un protagonista importante della vita politica sansalvese: si è candidato nella seconda legislatura Mariotti ed è stato delegato alle attività produttive; al rimpasto di fine legislatura con cui il sindaco – onorevole aveva defenestrato Franco Spadano ha preso il posto di quest’ultimo diventando il vice, carica con cui ha “presidiato” il Comune perché il primo cittadino era nel frattempo diventato deputato; nella successiva legislatura, la prima di Marchese, Di Toro è stato confermato vice sindaco; nella campagna elettorale del 2007, ha abbandonato il Ppi mentre Antonio Boschetti era assessore regionale (scelta che solo un uomo coraggioso poteva permettersi di fare) ed ha promosso e capeggiato la lista Di Pietro, rientrando in Comune e riuscendo ad ottenere la presidenza del Comune (carica che non è nella disponibilità del sindaco al contrario degli assessori); nell’ultima legislatura di centrosinistra ha dapprima sostenuto il rimpasto con cui il sindaco aveva defenestrato i primi eletti della sua maggioranza e poi ha fatto parte di coloro che non hanno votato il bilancio (scelta che solo uomini coraggiosi possono permettersi di fare); si è riposato per due legislature, anche se nel 2012 ha appoggiato il suo “vecchio sindaco”; alle ultime elezioni ha fatto una scelta in controtendenza. Mentre tutti gli esponenti politici importanti passavano dal centrodestra al centrosinistra (Argirò, Marcello, Fabio Raspa e De Virgiliis), lui ha fatto il contrario, candidandosi proprio nella lista di Spadano, con cui (dopo la vicenda del 2001) aveva ricucito i rapporti.

Abbiamo fatto questa cronistoria non per nostalgia, ma solo per inquadrare il personaggio, che non può essere considerato uno yes man, cioè uno che lo candidi e ti viene ad alzare la mano in Consiglio comunale. Con un curriculum del genere, si tratta di un politico che va tenuto in debita considerazione. E se questo non lo sa il sindaco in carica (che Di Toro nel comunicato pubblicato in altra parte del giornale apostrofa “Avv”, con deferenza o con distacco…dipende), perché la De Nicolis nel suo primo mandato da consigliera non l’ha conosciuto, invece lo dovrebbe sapere bene il sindaco precedente, oggi presidente del Consiglio (che pure Di Toro apostrofa con “Avv.”, anche in questo caso non sappiamo se per deferenza o per distacco), che lo conosce dal 2007, cioè da quando lui era presidente del Consiglio comunale e lei la sua vice.

Ora se uno come Di Toro (che in questi primi mesi non ha quasi mai parlato, restando ai bordi di campo sornione e silente) ti dice: “nei mesi scorsi durante il mio intervento in consiglio comunale sulla vicenda CIVETA avevo auspicato di arrivare all’unità di intenti e a una soluzione condivisa da tutti per salvaguardare questo bene prezioso dell’intera comunità”, non gli puoi far “apprendere dai mezzi d’informazione” che sindaco e presidente, entrambi “Avv.”, siano andati ad una riunione con altri sindaci per fare una cosa diversa da quella da lui pubblicamente auspicata ed oggettivamente condivisibile. Ma non finisce qui… 

Interessante anche la chiosa finale del primo comunicato di Alfonso Di Toro, semplice consigliere comunale. Intanto la stessa firma non appare casuale: mentre “apostrofa” le interlocutrici con il loro titolo professionale, lui non si definisce capogruppo, come avrebbe potuto fare, ma appunto consigliere comunale. Poi chiede al sindaco (e solo al sindaco) di “farsi promotore di un azione risolutiva e collegiale con tutti gli enti consorziati nel pre-esistente CIVETA, affinché si salvaguardino gli interessi dei cittadini dell’intero territorio”. In modo subliminale, egli intende far capire che non si può tornare alla prima posizione del nostro Comune col fronte Villalfonsina, Casalbordino, Pollutri e Monteodorisio anti Menna & Marcovecchio, e poi passato con costoro.

Non si può perché è probabile che sulla posizione (che per comodità giornalistica definiamo delle due Emme: Menna – Marcovecchio, ossia Francesco Menna e Manuele Marcovecchio, il primo presidente della Provincia Pd ed il secondo consigliere regionale di centrodestra), oltre allo stesso Di Toro, che l’ha appunto esplicitata in Consiglio, ci siano i sei della minoranza ed il consigliere Di Ninni. Il quale avrebbe tentato di esplicitarla in Commissione, anche se subito tacitato, sia pure con ilarità (tuttavia è assai probabile che il giovane consigliere tenga il fronte) Infine, ci potrebbe stare anche Giancarlo Lippis, il quale, prima o poi, si stancherà di essere coeeeerente

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