A sentire la relazione del capo dell’Opposizione Fabio Travaglini, fatta nella conferenza stampa di sabato 29 aprile, insieme a Nicola Argirò (capogruppo di Azione politica) ed Antonio Boschetti (segretario del Pd), le Amministrazioni di centrodestra e l’Ufficio tecnico comunale avrebbero:
- venduto un parcheggio pubblico con marciapiede (a Via Trignina), forse per ragioni di cubatura;
- reiteratamente proceduto a stime di beni pubblici, ma senza produrre le perizie (come previsto dal Regolamento fatto coi poteri del Consiglio comunale dal Commissario Di Baldassarre nel 2012);
- ridotto di oltre il 30% il valore iniziale della famosa “particella 18” a San Salvo marina, partendo da 2 milioni e settecento mila euro per arrivare al milione e mezzo nell’ultimo piano triennale delle opere pubbliche, “dimenticando” di scrivere “prima” asta ed omettendo di leggere “fino ad un massimo del 10%”;
- attivato una trattativa privata con una società spagnola senza farsi versare il 10% di cauzione, come previsto dal predetto Regolamento Di Baldassarre;
- fatto “confusione” sulle due tribune, forse perché una era finanziata o finanziabile dal Pnrr e l’altra no.
Non so se si tratti di una gestione leggera delle procedure o di veri e propri reati, cosa di cui ovviamente si occuperà le Autorità adite dai consiglieri esponenti. Sono tuttavia portato a pensare che il dossier non sia infondato, perché tra i consiglieri comunali ci sono due avvocati, due ex consiglieri regionali e uno che ha lavorato nello staff della presidenza regionale, insomma gente che ha dimestichezza con le procedure amministrative.
Peraltro, Travaglini ha portato in conferenza stampa tutti gli atti allegati all’esposto: ne sarebbero 35 tra delibere e determine, ordinanze e carteggi vari, compreso un atto di compravendita non rogato da un notaio, ma che è stato letto testualmente nella parte del parcheggio venduto e che avrebbe in allegato un certificato di destinazione urbanistica “contrastante” con la realtà dei fatti (che ovviamente non sta a noi verificare). A noi, che ci occupiamo di cronaca politica amministrativa da sempre, spetta invece “inquadrare” questa fortissima azione delle minoranze rispetto alle precedenti:
- non è il primo dossier che “attenziona” un Ufficio comunale. L’ultimo fu prodotto dall’allora capo dell’Opposizione Tiziana Magnacca e consegnato dalla stessa e dall’avv. De Virgiliis, in presenza della mia web tv, al sostituto procuratore Giancarlo Ciani. Quel dossier (che riguardava il settore sociale) non generò una indagine penale, ma una un’inchiesta della Commissione consiliare al tempo presieduta dal compianto Antonio Castaldo ed un avvicendamento tra Dirigenti di settore;
- non è il primo Ufficio comunale che viene “attenzionato”. Alla metà degli anni ’90 magistratura e minoranze si occuparono dell’Ufficio ragioneria, a seguito di ammanchi del tesoriere. Pure quella volta ci fu un avvicendamento tra Dirigenti di settore;
- non è la prima volta che un’area comunale viene venduta. Nel lontano 1980 Piazza Aldo Moro fu “comprata” dall’avv. Giuseppe Mancini. Ma la curiosa circostanza (di cui si occuparono le cronache ben oltre San Salvo) fu determinata da un mancato perfezionamento della procedura espropriativa. Nel caso odierno, invece, se abbiamo ben capito, si tratterebbe di una vera e propria vendita: ci chiediamo che se ne fa un costruttore di un parcheggio e marciapiede illuminati, la cui manutenzione resta al Comune (come precisato nell’atto letto da Fabio Travaglini)? Cubatura???
- In tutti e tre i casi sopra ricordati ci furono battaglie veementi da parte delle Opposizioni. Dei Consigli comunali sul sociale (punto a), sulle reversali truccate (punto b) e sulla vendita di Piazza Moro (punto c) si ricordano rispettivamente interventi durissimi di Tiziana Magnacca, Clementina De Virgiliis e Donato Di Rito (si possono ancora rileggere i verbali delle relative delibere).
Eppure non sempre le battaglie dei consiglieri di minoranza sono partire da loro medesime:
per il sociale fu un suggeritore interno alla maggioranza dell’epoca a originare il mio articolo, cui poi seguì il dossier del centrodestra;
per la ragioneria fu la denuncia della Banca tesoriera a scatenare il putiferio;
per Piazza Moro fu l’arguzia di un legale di destra, che volle far fare “una brutta figura” alla Dc.
A QUESTO PUNTO, LA DOMANDA FINALE, VISTI I RICHIAMATI PRECEDENTI, NASCE SPONTANEA:
l’atto irrituale di Via Trignina, il carteggio con una società estera, la “s” di tribuna scoperta che, a prima vista, sembrerebbe un refuso, le permute a 2 membri dell’Ati (e non a tutti e 3), insomma tutti sti tecnicismi, complicati rimandi a delibere precedenti, richiami a regolamenti ed il corposo dossier di 35 allegati (e se uno allega 35 atti vuol dire che ne ha esaminati ameno il doppio) sono solo il frutto di un anno di certosino lavoro dell’Opposizione e del suo gruppo di esperti o si avvalgono di qualche suggeritore moooolto ben informato?