Nel pomeriggio del 6 ottobre, il presidente del Consiglio comunale, Tiziana Magnacca, ha presentato il suo libro “Come goccia su una foglia” e contemporaneamente il segretario del Partito democratico, Antonio Boschetti, ha stigmatizzato la location in cui è avvenuta la presentazione: il salone della Parrocchia di San Nicola.
Nel pomeriggio del 6 ottobre è dunque iniziata la campagna elettorale per le prossime elezioni regionali. A farci definire questi due episodi come inizio della campagna elettorale non è tanto il libro che non conosciamo e che, dunque, commenteremo eventualmente dopo averlo letto. Ma come è stato organizzato l’evento di presentazione e cosa esso ha suscitato in termini di reazione.
L’autrice è una politica in carriera, che è da poco entrata nel maggior partito italiano e che non fa mistero di essere candidata alle prossime regionali; a curare la prefazione del libro con relativa presenza alla prima è stato Gianni Letta, braccio destro alla presidenza del Consiglio dei ministri di Silvio Berlusconi, leader incontrastato e compianto della destra italiana; ad essere assenti sia coloro che appoggiano elettoralmente i competitor interni della Magnacca (di Cupello, Vasto e Casalbordino) e sia i leader del suo nuovo partito, fatta eccezione di un candidato, che probabilmente farà la bicicletta con lei.
A fare il controcanto della presentazione è stato Antonio Boschetti, che, come detto, ha contestato con un video contestuale la scelta del salone parrocchiale, ricordando anche che lì due giorni prima delle elezioni comunali fu posata una prima pietra. In quella circostanza ci fu un caloroso abbraccio tra il parroco e la Magnacca, mentre non ci fu con chi aveva contribuito al finanziamento. Se la scelta del salone parrocchiale non è casuale (e conoscendo la fine intelligenza della candidata non può esserlo), è chiaro che la sua strategia elettorale è quella di conquistare, almeno a San Salvo, quelle che Gramsci chiamava le “casematte” avversarie. Cosa che ovviamente non è sfuggita a Boschetti, il quale ha voluto chiamare il suo esercito a difesa.
Del resto la Magnacca con queste elezioni si gioca molto (forse tutto) e quindi le servono molti voti a San Salvo. Quindi punta ad avere una platea potenziale che vada oltre il 50% che la destra ha preso alle comunali: più è alta la platea potenziale e più possono essere alte le sue preferenze. Da candidata sindaco, ha già penetrato l’elettorato della sinistra arrivando al 67%. Ma era il 2017 e, dopo il 2017, c’è stato il 2022, in cui lo schieramento di Travaglini, Boschetti, Argirò e relativi ex esponenti di destra trasferitisi a sinistra ha perso per soli 117 voti. Va poi ricordato che penetrazione del ’17 è stata silenziosa, nel senso che i candidati (neanche di tradizione) perlopiù erano andati nelle case degli ex avversari a chiedere i voti, ma lasciando fuori luoghi pubblici, come parrocchie, banche e aziende varie.
Le ultime elezioni comunali sono state ancor più post ideologiche delle precedenti, perché assessori uscenti ed ex esponenti regionali di centrodestra si sono candidati con la sinistra, quindi non si sono spostati dai campi tradizionali solo gli elettori, ma anche i candidati. Cosa succederà se anche attori sociali ed economici e dirigenti comunali che prima erano rimasti fuori dalla mischia entrano nei giochi? Succederà che finirà in un referendum, perché dalla parte opposta sarà suonata la carica, come ha già dimostrato il video allarmato del leader del Pd. E i referendum, la divisione manichea, l’o di qua o di là non fanno bene ai rapporti personali, perché dividono le comunità (di ogni tipo). Sta, dunque, ai politici tener fuori le Istituzioni (di ogni tipo) dalle campagne elettorali e sta a talune Istituzioni tenersi neutrali se non vogliono essere coinvolte nelle polemiche e nelle critiche politiche.
Se c’è qualcosa che le ultime elezioni comunali hanno insegnato è proprio che non c’è più da difendere il “proprio territorio”, perché i territori non sono più di nessuno in epoca post ideologica, nel senso che un gruppo che ritenevi tuo ci mette tre secondi a passare dall’altra parte o un dirigente comunale che ritenevi contro ci mette tre secondi a tornare da te, come se nulla fosse successo. Battiato ha raccontato il senso del possesso che fu prealessandrino, che però non ha più senso in epoca post ideologica: se lo si applica (nel senso della strumentalizzazione di certi luoghi, come rilevato dal segretario del Pd) si raccolgono i cocci.
Le campagne elettorali si possono fare anche sobrie, dipende da come le si imposta, dipende da chi scende in campo, dipende da dove si scende in campo. Se il buongiorno si vede dal mattino (ovvero dal pomeriggio del 6 novembre) la prossima campagna potrà essere tra le più cruente della storia locale. Speriamo di no!