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SULL’ISTITUTO AGRARIO DI SCERNI

Le riflessioni di Gigi Murolo

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Bah! Tutto si gioca sulla sede della Presidenza di un Istituto omnicomprensivo: Scerni-Monteodrisio. Ma non ho sentito dire: qual è o quale sarà il destino dell’Istituto Agrario «Cosimo Ridolfi»? Quale funzione può o potrà assolvere nel contesto del Vastese e della provincia di Chieti. Non dimentichiamo che questa è l’unica esistente nella struttura scolastica provinciale e una delle due localizzate in Abruzzo: l’altra è l’Istituto «Pietro Cuppari» in quel di Alanno (Pescara), anch’esso trasformato in omnicomprensivo. Ciò significa che tecnica e cultura agraria rivelano un interesse marginale nella formazione scolastica. Cosa che stride fortemente con la centralità di viticultura, olivicoltura, grani, zootecnia nell’economia regionale e nazionale. Vini, olii, farine, carni che competono sui mercati europei: il successo della cucina con prodotti locali. Che fa il paio con il suo opposto: il disinteresse per scuole ad hoc. In tale contesto, lo stesso alberghiero di Villa S. Maria è diventato omnicomprensivo. L’economia va per una strada, e la scuola per un’altra. Due rette parallele, di cui una sta per interrompersi.
Si è mai pensato di costituire un raccordo Alanno-Scerni-Villa S.Maria capace di misurarsi didatticamente con la nuova produzione alimentare centrata sui territori? Ricordando, magari, che essi stessi hanno prodotto una cultura oggi andata a ramengo? E quanti sanno che la storia economica post-unitaria italiana passa attraverso gli istituti agrari.
L’istituto di Alanno istituito nel 1871; Scerni, nel 1876. Il primo 153 anni fa; il secondo, 148. È bene rammentare che quest’ultimo viene istituito in funzione dell’«Inchiesta agraria e sulle condizioni della classe agricola in Italia (1877-1885)» voluta dal Parlamento italiano e presieduta da Stefano Jacini. E ciò grazie all’interessamento di Panfilo de Riseis (20 agosto 1795-10 agosto 1883), senatore del Regno dal 15 feb.1880 fino alla morte. Fondamentale, in questo senso, la sua amicizia epistolare con Cosimo Ridolfi, uno dei protagonisti dell’agronomia italiana ottocentesca cui la scuola viene intitolata.
Già! Ma a chi può fregare una storia di questo tipo! Di un’istituzione che, nell’inchiesta suddetta, documenta, per conto del Parlamento, la situazione di tutto il Distretto (sottintendenza) di Vasto composto da ben 40 comuni. E che, men che meno, dal punto di vista archeologico, conserva un’epigrafe sconosciuta dedicata a un Caius Hosidius del municipium histoniensium rinvenuta durante la realizzazione dell’edificio inaugurato nel 1879.
Con una storia di questo genere e con strutture importanti (biblioteca, convitto, cantina, serra) può essere assimilata a una scuola qualsiasi? Sappiamo che le presidenze in Abruzzo sono ridotte a 179 e dal 2026 passeranno a 176. Ma una cosa è certa. I due istituti agrari storici e l’alberghiero devono essere ripensati e rafforzati nella loro gestione amministrativa. Va quanto meno ipotizzata una deroga per lavorare intorno a un unico polo agroalimentare-alimentare per garantire una didattica coerente con le esigenze del territorio. 
La presidenza è uno pseudoproblema – nient’altro che un pannicello caldo – se non si affronta il problema alla radice. Gli istituti tecnici storici dislocati in piccoli comuni vanno rilanciati in un progetto regionale di ampio respiro. Ricondurre la formazione scolastica alle produzioni agricole di alta qualità con annessa gastronomia e degustazione dei vini. Si tratta di convergere su questa richiesta e non sul gioco al massacro della presidenza: spetta a me, non a te! Che posso dire: si eviti il risiko dell’annientamento dell’altro.
Di soluzioni ne esistono: si tratta solo di trovarle.

 

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