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L'EREDITA' POLITICO-ASSOCIATIVA DI TONINO DI NARDO

NEL RICORDO DEL GRUPPO CHE PORTO' "LO ZOCCOLO DURO" AD ESSERE MAGGIORANZA

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Chi è stato e cosa è stato Tonino Di Nardo a San Salvo e per San Salvo lo raccontano la lunga processione di amici che vanno alla sua camera ardente e soprattutto i manifesti dei sodalizi che esprimono  le condoglianze: la Confesercenti, il Centro Insieme e la Bcc, sodalizi di cui Tonino non solo ha fatto parte, ma che ha fondato. Nasce e si forma nella povera Lentella, dove muoiono due operai che scioperano per fame. Impara l'arte di riparatore di elettrodomestici da Arturo a Vasto che raggiunge quotidianamente con la bicicletta da Lentella. Si trasferisce a San Salvo, dove "cresce con la città". Il piccolo negozio diventa grande, riempiendo le case sansalvesi di tv ed elettrodomestici. 
 
Ma questo a lui non basta, perché la “coscienza di classe” acquisita a Lentella "lo obbliga moralmente" a far candidare la moglie nelle liste del Pci alla metà degli anni settanta, quando a San Salvo comunisti erano quasi tutti operai e contadini e quasi nessun commerciante. All' inizio degli anni ottanta il partito decide di "entrare" nel ceto medio dando vita alle organizzazioni di massa e Tonino Di Nardo risponde alla chiamata, costituendo la Confesercenti insieme a Vitale Benito e Luigi Bonanni. Ci mettono la faccia al tempo, col rischio di ricevere vigili e finanza in negozio. 
 
Entra, quindi, organicamente nel Pci, affianco al neosindaco Arnaldo Mariotti e fa parte della Commissione commercio guidata dall' assessore Valentino Paganelli. Avvia con costoro la costruzione del Centro commerciale Insieme,  naturando amicizia e fiducia con il cooperatore Conad Antonio Di Ferdinando. Col quale creano le condizioni per il Centro smistamento Conad.  Nicola Valentini si accorge dell'attivismo sociale del gruppo Mariotti -Di Nardo e propone loro di raccogliere le quote per la Bcc della Valle del Trigno, in cui lui stesso entra nel primo Consiglio di Amministrazione, diventando uno dei primari protagonisti nel vastese di ciò che al tempo chiamai la Finanza rossa. Cosa che trasforma il Pci da partito di operai, contadini ed intellettuali (il cui zoccolo duro a San Salvo è il 35%) in maggioranza della città, emendata da professionisti, artigiani, commercianti ed imprenditori e durata, come si sa, fino alla frattura del 2012, in cui Tonino segue Mariotti, del quale può definirsi "amico di sempre e per sempre".
 
Ora le "casematte gramsciane" (che quel gruppo ha costruito dal nulla) sono sotto il mirino della terza leader politica nella storia di questa Città. E la prima difesa di quella "pesante" eredità  è in capo al figlio di Tonino, Mimmo. Il quale, visto che sangue non mente, sta costruendo comitati ed associazioni per allargare il consenso di quello zoccolo duro tornato al 35%. Sì trasformerà  in maggioranza come aveva saputo fare la generazione precedente? Va detto che l' eredità è pesante, ma Mimmo può riuscirci, perché le lezioni paterne sono di quelle che non si dimenticano. Mai.
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