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Cingoli, Treia e Servigliano: Tre Gemme da Scoprire in Moto

2° Tappa del Giro d'Italia Borghi in Moto di Enzo Costantino

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La seconda tappa inizia con la partenza da Poppi, in provincia di Arezzo, con un lungo trasferimento di 200 km tra Toscana e Umbria per raggiungere il primo borgo, quello di Cingoli. È una bella giornata soleggiata e la strada è magnifica. Lo scenario che mi circonda mi ripaga del lungo trasferimento, con splendidi attraversamenti di borghi come Anghiari, Città di Castello e Gubbio.

Attraversando le dolci colline umbre, con i loro verdi prati punteggiati da antichi casali e cipressi che svettano verso il cielo, il viaggio in moto si trasforma in una sinfonia di colori e profumi. L'Umbria merita un tour tutto suo, chissà se sarà fattibile per me a settembre.

Arrivo a Cingoli purtroppo all’ora di pranzo e trovo quasi tutto chiuso, ma riesco comunque a fare il mio giretto nel borgo, sia a piedi che in moto.

Cingoli Il nome deriva dal latino cingulum, che significa "sporgenza rocciosa" o "ripiano che sporge sul versante di un monte".

  • IX sec. a.C.: il territorio è abitato da popolazioni picene.
  • III sec. a.C.: è fondata Cingulum nella zona dell’attuale Borgo San Lorenzo.
  • 60 a.C.: la città è restaurata e fortificata a proprie spese da Tito Labieno, luogotenente di Cesare in Gallia; in età augustea diventa municipium della tribù Velina, all’interno della Regio V Picenum.
  • VI sec. d.C.: si ha notizia della presenza di una diocesi con a capo il vescovo Esuperanzio e di devastazioni da parte dei Goti e dei Longobardi.
  • XII sec.: Cingoli diventa libero comune, con attività artigianali, commerciali e artistiche fiorenti.
  • XV sec.: Cingoli risulta stabilmente soggetta allo Stato Pontificio.
  • XVI sec.: sviluppo economico e urbanistico del borgo.
  • 1725: con il ripristino dell’antica cattedra vescovile, Cingoli vede sorgere o essere restaurati chiese e palazzi nel fastoso barocco del tempo.
  • 1829: Francesco Saverio Castiglioni, di nobile famiglia cingolana, diventa Papa con il nome di Pio VIII.
  • 1861: Cingoli entra a far parte del Regno d’Italia.

Lascio Cingoli per la seconda meta di giornata, Treia. Qui ho appuntamento con il sindaco Franco Capponi. La distanza che ci separa è di solo una ventina di chilometri.

Treia Il nome della città trae origine dalla divinità greco-sicula Trea-Jana, dea della maternità, protettrice delle selve e simbolo della Luna.

  • 291 a.C.: Treia è già nota come Trea o Trajana quando i Piceni si alleano con i Romani per fronteggiare i Galli (Tito Livio X, 10-11). Sorgeva lungo un diverticolo della via Flaminia, quella che l’Itinerarium Antoninii riferisce andare da Dubios (Nocera) fino ad Auximum (Osimo, 25 km da Treia) ed Ancona (55 km da Treia): la Settempedana. Gli abitanti di Trea si trasferiscono sui vicini colli per sfuggire alle invasioni barbariche che funestano l’ultimo periodo dell’Impero. Il nuovo centro, chiamato Montecchio, cresce rapidamente e si schiera tra i più fidi paladini della chiesa e del suo Stato, di cui segue le sorti fino all’Unità d’Italia. Strenua ed emblematica la sua resistenza agli Svevi: nel 1239 alle truppe di re Enzo, figlio naturale di Federico II, e nel 1263 a quelle di Corrado D’Antiochia che i Montecchiesi arrivano a catturare come ostaggio.
  • 1790: Papa Pio VI restituisce il nome antico, Treia, e conferisce il titolo di città.

Rievocazione storica In occasione della Disfida del Bracciale, entra in una delle storiche taverne e tuffati nel passato grazie alla rievocazione ottocentesca che anima la città. Interessante è il "gioco del pallone col bracciale", risalente al Rinascimento quando era riservato ai giovani rampolli nobili. A Treia, ogni anno, la prima domenica di agosto, i giocatori dei quartieri cittadini imbracciano il classico manicotto di legno irto di punte in cerca di una volata, resa difficile dalla pesante e velocissima palla di cuoio. L’intera città ricrea con la sfilata in costume e gli addobbi delle vie l’atmosfera della prima metà dell’Ottocento, l’epoca di Carlo Didimi, campione treiese a cui Leopardi ha dedicato un’ode.

Si va alla volta dell’ultimo borgo di questa giornata: Servigliano. Il tempo sta cambiando e pioviggina, pertanto decido di passare prima in albergo per poi uscire a visitare il borgo e cenare.

Servigliano Probabilmente il nome deriva dai possedimenti locali di Publio Servilio Rullo, tribuno di Gneo Pompeo il Grande. Trovate tracce locali con riferimenti precisi alla gens Servilia romana.

  • Anno Mille: Servigliano nasce intorno all’anno mille, fondato dai Radonidi, discendenti del conte Mainardo. Il paese, attualmente Paese Vecchio, sorse in collina con il nome di Castel San Marco e rappresentò uno dei castelli maggiori del territorio fermano. Ebbe una posizione strategica per la città di Fermo, confinando con il potente Presidato Farfense di Santa Vittoria in Matenano, il quale ricadeva sotto l’influenza imperiale.
  • Settecento: A causa di dissesti idrogeologici, il vecchio paese fu abbandonato. Il nuovo borgo fu fondato dal Papa Clemente XIV (suo chirografo del 1771) con il nome di Castel Clementino, su progetto di Virginio Bracci, e terminato dal Papa Pio VI. Il luogo scelto per l’edificazione fu quello prospiciente il convento dei frati minori osservanti, dove si svolgeva la secolare Fiera de lu, frequentata anche da mercanti “oltramontani” provenienti da oltre il confine dello Stato Pontificio.
  • 1863: il paese porta il nome attuale di Servigliano.

Le luci del borgo illuminano le vie acciottolate e i palazzi storici, creando un'atmosfera incantata che invita a perdersi tra le sue strade e a scoprire i segreti nascosti di un tempo passato. La pioggia leggera aggiunge un tocco di romanticismo a questa esplorazione serale, facendo risplendere le pietre antiche e i dettagli architettonici con una nuova lucentezza.

Questa seconda tappa del Giro d’Italia Borghi in Moto si conclude qui, tra storia, bellezze naturali e la magia dei piccoli borghi italiani. Con il cuore pieno di immagini e sensazioni indimenticabili, mi preparo per la prossima avventura, certo che ogni chilometro percorso porterà nuove sorprese e meraviglie.

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