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'A spasso tra gli alberi': sono terminati i lavori del parco avventura di Celenza sul Trigno

Oggi il collaudo, poi il bando di gestione

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CELENZA SUL TRIGNO – Sono ormai giunti al termine i lavori per il parco avventura di Celenza sul Trigno. Oggi si procederà al collaudo da parte dell’ente certificatore che invierà degli ingegneri dalla Francia, dove questo tipo di parco-divertimento è molto diffuso. Il passo successivo sarà quello del bando di gestione.
Quello del parco avventura non è solo un investimento, ma, forse è uno dei primi casi in cui dopo aver raccontato il degrado e l’abbandono di una struttura ne possiamo testimoniare la riqualificazione (questo il link del primo articolo: http://bit.ly/16WhMdR).

RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA – Il nascente parco avventura si trova all’uscita della fondovalle Trignina per Celenza sul Trigno. Occupa l’area dell’ex Ramasà disco-pub che ha conosciuto un lungo periodo di abbandono a causa di un contenzioso tra Comune e gestore.
Il progetto usufruisce dei fondi regionali Pit che finanziano 102mila dei 160mila euro totali di investimento. I fondi del bando erano indirizzati alla ‘spettacolarizzazione delle risorse naturali’.

TRE PERCORSI PER TUTTI – Quello di Celenza sul Trigno sarà un parco medio-piccolo, ma non è escluso che si possa estendere ad altre aree del bosco.
Sabato scorso iltrigno.net è entrato per la prima volta nel parco, dove erano in corso gli ultimi interventi, insieme al sindaco Andrea Venosini e all’architetto Mario Vespasiano che si è occupato del progetto.
È Vespasiano a spiegare le caratteristiche del parco: «Questa tipologia di parco è rivolta a tutti, ma soprattutto a ragazzi e scolaresche. Si compone di tre percorsi-pratica e altrettanti percorsi veri e propri. Un colore distinguerà il livello di difficoltà: verde, blu e rosso. Salendo di difficoltà si salirà anche di quota. Il tempo stimato per completare un percorso si aggira intorno alla mezz’ora. È un’opera nel pieno rispetto della natura, qui non è stato usato un chiodo».

Tra gli alberi, sottoposti in precedenza ad analisi fitostatiche, corrono ponti tibetani e altre tipologie di arredamento. Grazie alle carrucole sarà possibile spostarsi di piattaforma in piattaforma sospesi nel verde del bosco e atterrare ammortizzati dai materassini posti all’arrivo. Oltre ai percorsi, uno degli alberi più grandi è stato ‘attrezzato’ per permettere la scalata e la successiva rapida discesa da oltre 10 metri di altezza.
L’edificio usato come bar dell’area pic-nic diventerà la reception ed è stato rimesso a nuovo: sostituita la pavimentazione di legno ormai deformata dagli agenti atmosferici, ristrutturati i bagni distrutti dai vandali, eliminati gli arredi ormai inservibili.
L’ampia pista da ballo ospiterà altri arredi per non far annoiare le scolaresche durante i tempi di attesa.

RISPETTO PER GLI ALBERI – Mentre completiamo il giro gli addetti ai lavori continuano a montare e sistemare gli arredi. La ditta che si è aggiudicato l’appalto è parcoavventura.it di Biella che ha realizzato 30 parchi in tutta Italia.
La massima attenzione è riservata agli alberi. Luca Aldrigo, uno dei componenti dello staff, spiega il funzionamento alla base degli arredi per evitare danni alle piante: «L’arredo dev’essere assolutamente non-invasivo nei confronti della crescita della pianta. Per non danneggiare l’albero vengono presi diversi accorgimenti. I cavi di acciaio non devono toccare il fusto. Per questo nei punti di ancoraggio vengono posti dei tronchetti circolari lungo tutta la circonferenza del tronco o del ramo. Le piattaforme sono fissate con sistemi a morsa. È possibile diminuire la pressione per permettere la crescita regolare dell’albero».
Inoltre, l’architetto Vespasiano fa notare un’asta per l’arrampicata. È fissata nella terra, ma è solo poggiata al tronco in modo da permettere lo scorrimento della giuntura sia durante la crescita della pianta che in caso di ondeggiamento dell’albero con il vento.
Aldrigo illustra le caratteristiche che un bosco deve avere per ospitare un parco avventura: «Innanzitutto sono i dottori forestali che attestano la classe di rischio di ogni singolo albero. In base alle analisi e al tipo di alberi viene studiato il percorso e non il contrario. In generale possiamo dire che non vanno bene piante giovani. La loro crescita sarebbe troppo veloce e richiederebbe la sostituzione degli arredi in breve tempo. Con alberi già di una certa età, invece, il primo intervento di manutenzione “importante” può essere fatto dopo 8 anni».

DIFFUSIONE E SICUREZZA – In Abruzzo parchi simili si trovano a Guardiagrele e Roccaraso. La diffusione dei parchi avventura è partita dal Nord Europa, fino a estendersi un po’ dappertutto. «Noi abbiamo iniziato nel 2003 – continua Aldrigo – e da allora ne abbiamo realizzati 30. All’inizio si trovavano soprattutto in località sciistiche e nell’arco alpino, ma ultimamente sono un po’ ovunque. Di recente ne abbiamo realizzati due in Sicilia. In alcuni casi ne sono nati di simili anche nelle aree verdi dentro le città. Noi, inoltre, oltre all’allestimenti ci occupiamo anche dell’ideazione di elementi sempre nuovi».
Infine, un aspetto fondamentale, la sicurezza. A ogni utente verrà consegnato un kit contenente l’imbracatura, un set di longe e una carrucola, guanti e caschetto. All’inizio dei percorsi verrà effettuato un briefing tecnico a seconda degli arredamenti presenti.

 

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