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PER CAPIRE COSA SUCCEDE NELLA FAMIGLIA...

bisogna vedere NELLA società

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Ho fatto fatica a leggere questo articolo "di cronaca" pubblicato dal "Centro" di oggi, perché davvero ero e sono incredulo che un genitore possa fare ciò che sta scritto nel pezzo. Tuttavia il mio non è un articolo di cronaca, ma vuole essere il contributo di un figlio e di un genitore con quale "conoscenza" delle dinamiche che presidiano ai rapporti tra famigliari.
Orbene, fa ribrezzo solo a pensare che povere creature possano essere "piegate" a simili cose. E fa altrettanto ribrezzo che figli possano uccidere genitori e fratellini come è successo di recente. Dunque cosa c'è che non va? 

Nell' ultima vicenda che ha coinvolto un ministro reo confesso di aver tradito la propria moglie "pur amandola" sono rimbalzate le reciproche accuse sulla famiglia tra destra e sinistra: la prima "difenderebbe" la famiglia tradizionale (pur assumendo comportamenti, anzi atteggiamenti, alla Sangiuliano) e la seconda "difenderebbe" la famiglia aperta o allargata (come tante ce ne sono adesso). La discussione tra famiglia tradizionale o allargata, però, non impedisce quel che sta succedendo di continuo nelle famiglie: tradimenti, separazioni, assassini e incesti forzati come quello riportato dal Centro nella pagina di Vasto. 
 

Cosa sta succedendo alla famiglia, anzi NELLA famiglia, tradizionale o allargata che sia?  Con buona pace dei Servizi sociali che fanno il proprio lavoro e intervengono come e dove possono, ma di norma quando già le situazioni sono incancrenite, sgombriamo il campo da falsi miti. I fatti in questione si verificano sia dove c'è degrado sociale e sottocultura, in periferie trascurate, e sia in famiglie cosiddette benestanti: le inquadrature in tv di case dove vengono assassinati i genitori puntano spesso su eleganti villette. Infatti, questi fenomeni riguardano tanto i ricchi quanto i poveri, tanto i neri quanto i bianchi e tanto i colti quanto gli analfabeti. E allora torniamo a bomba: cosa sta succedendo NELLA famiglia? 
 

La famiglia oggi è verosimilmente diventata sede di tutte le frustrazioni: sociali, sentimentali, professionali che questa società produce. Purtroppo non tutti sanno "gestire" le frustrazioni. Molti reagiscono scaricando su altri (e molto spesso proprio sui più vicini fisicamente, nei contesti famigliari) l' aggressività derivante dalle proprie frustrazioni.  Il problema dunque non è tanto nella famiglia (tradizionale o aperta), ma nella società di cui la famiglia è un sottosistema sociale. Anzi, per dirla tutta, è questa società che genera tante frustrazioni "da scaricare". 
 

Nella società dei nostri nonni, senz' altro più semplice della nostra, c'era meno frustrazione (che è, per semplificare, il mancato appagamento di un obiettivo), perché c'erano meno obiettivi e soprattutto meno illusioni che si potessero raggiungere. Insomma, c'erano meno delusioni. La famiglia dei nostri nonni era un rifugio meno di questa di oggi, ma ti aiutava e voleva bene ugualmente. Però non ti illudeva. La società agroindustriale non creava influencer. Non faceva credere che il successo fosse di tutti e per tutti. E, se proprio volevi sentirti protagonista, ti offriva i "collettivi" entro cui stare (la Chiesa, il paese natìo, i partiti solidi e non liquidi e la famiglia stessa), ti offriva le ideologie e le fedi per la tua autostima. E soprattutto  non dovevi essere un arrampicatore sociale per fare carriera. Anzi, se ti sgamavano che lo eri, venivi bloccato per quello.

Che fare, dunque? Sarei presuntuoso se dicessi di avere una ricetta. Ma un consiglio ce l'ho: da figlio e genitore, prima che da sociologo. Qualche volta guardiamo indietro e non per nostalgismo. Ricordiamoci dei nostri nonni e di come riuscivano ad essere dolci e severi insieme, sognatori e realisti. Perché loro non le beccavano le frustrazioni? E comunque, perché le gestivano meglio? Essi sapevano cosa li aspettava nel lavoro, pur senza essere economisti. Sapevano così li aspettava nella società, pur senza essere sociologi. Sapevano come bisognava educare, pur senza essere pedagogisti. Non avevano i social i nostri nonni. Avevano la tv, per il "comunicato e per Bernacca". Con questo non dico di dover tornare indietro. Ma posso concludere senza tema di smentita che...quel che succede NELLA famiglia non non è altro che l' effetto/danno collaterale che genera QUESTA società liquida, post ideologica, tecnologica e...illusoria.

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