Si avvicina la festa annuale provinciale della Polizia Penitenziaria e fervono i preparativi per quella che si prevede essere la ricorrenza tra le più ricche di encomi da consegnare ai baschi blu che si sono distinti per capacità e coraggio.
Tra i nomi che domani alle 10.00 spiccheranno a Palazzo d'Avalos, all'interno della prestigiosa Pinacoteca, vi è quello dell'assistente capo coordinatore Giuseppe La Tegola.
Uno di quei poliziotti che definire eroe risulterebbe finanche riduttivo stante il coraggio messo in campo e il rischio corso nelle operazioni che lo hanno visto splendido primo attore protagonista.
Diversi sono i casi che potrebbero annoverarne l'esempio seppur la sola essenza di persona estremamente cordiale e dotato di un cuore immenso basterebbe per giustificare la sua magnifica personalità .
Tuttavia di lui ci piace citare due casi che lo hanno visto protagonista indiscusso tra gli esempi da seguire.
Correva l'anno 2020 quando, alle 18.15 del 18 Luglio, presso il carcere di Vasto, venne catapultato in una situazione surreale a seguito dell'allarme lanciato dall'ispettore responsabile della sorveglianza generale.
Da pochi minuti, infatti, un pericoloso ergastolano era evaso gettando tutti nel panico più assoluto.
La Tegola si gettò a capofitto nella ricerca del pericoloso latitante.
La tensione salì a mille e il suo corpo viaggiava guidato più dall'adrenalina che dalla ragione.
Non c'erano ostacoli che lo potessero fermare. Le spine che gli laceravano la pelle erano in quel momento per lui solo semplici peli urticanti.
I suoi occhi non vedevano il sangue che grondava dalle ferite a lui inferte dai pungenti aculei dei rovi che affollavano la macchia mediterranea del circondario ma solo l'immagine del fuggitivo.
Erano passati solo 50 minuti da quando l'ergastolano si era reso uccel di bosco quando all'improvviso, l'impavido poliziotto, scorse una sagoma.
Era lui, era proprio colui il quale aveva fatto scattare l'allarme in tutto il circondario.
Di esso non si potevano conoscere le intenzioni ma La Tegola non si fermò a misurarle.
Si buttò a peso morto su di lui e con una fulminea azione gli mise le manette e lo arrestò assicurandolo nuovamente alle cure della Casa Circondariale.
Il secondo evento che porterà La Tegola ad essere ricompensato giovedì prossimo è stato dallo stesso prodotto in concorso con altri tre angeli più che poliziotti penitenziari e che saranno anch'essi premiati il giorno dell'annuale. Tra essi, lo vogliamo ricordare, vi sono il Sostituto Commissario Coordinatore Gaeta Rino, il capo scorta dal cuore immenso, e gli Assistenti Capo Chiarella Antonio e Longo Mario, autentiche benedizioni umane.
Di ritorno dal trasferimento di un detenuto in carcere del nord, i 4 eroi si imbatterono in un sinistro avvenuto sulla A1, al km 116.
Un auto guidata dall' ingegnere Segre', esperto pilota di elicotteri, aveva iniziato a sbandare probabilmente a causa di un malore occorso allo stesso.
L'intervento posto in essere dalla scorta è stato di vitale importanza giacché capace di sottrarre di fatto il malcapitato tra quelli annoverabili tra le vittime della strada. Nessun altro lo aveva visto; nessuno si sarebbe quindi mai potuto accorgere della sua presenza in quel aggrovigliato anfratto e quindi salvargli la vita.
Solo il coraggio e la capacità di Giuseppe, Rino, Antonio e Mario hanno potuto evitare il peggio.
Belle storie quelle di Giuseppe La Tegola e di tutti quei poliziotti che come Rino Gaeta, Antonio Chiarella e Longo Mario hanno messo la loro vita in secondo piano pur di salvare quella altrui.
Storie che non hanno solo la funzione di veicolare esempi di vita ma di fare grande un Corpo dotato di un grande cuore qual è la polizia Penitenziaria.
Mauro Nardella
Vicesegretario Sindacato di Polizia Penitenziaria