FRESAGRANDINARIA – «Il mio unico interesse è per questo paese. Faccio un mestiere importante, che mi soddisfa, per cui non ho bisogno di altro. In caso di elezione rinuncio all’indennità mensile, a favore delle associazioni culturali, sportive e di finalità sociale di Fresagrandinaria». È l’annuncio che il candidato sindaco Lorenzo D’Alfonso ha fatto durante il primo comizio della campagna elettorale. Il capolista di Per Fresagrandinaria ha deciso di rinunciare al compenso che gli spetterebbe pur essendo un insegnante precario.
Con i continui tagli da parte del governo centrale, spesso le prime voci in bilancio a saltare sono proprio quelle relative a cultura e associazionismo, nonostante siano due aspetti vitali del tessuto sociale di un piccolo comune.
La lista dell'insegnante si contrappone al sindaco socialista Giovanni Di Stefano, in carica dagli anni ’90 (con una breve pausa da vice nella legislatura 2004-2009) e a capo di Solidarietà per Fresa. Un gruppo composto prevalentemente da giovani del posto che si pone sulla scia di un fenomeno presente in più comuni negli ultimi anni nel Vastese (anche l'altra lista, ascrivibile al centrosinistra, ha tra le sue fila diversi ragazzi alla prima esperienza). Alla crisi dei partiti tradizionali, che pure avevano il loro forte radicamento nei piccoli centri, si contrappongono candidati non aderenti a una linea politica unitaria e ben delineata – magari provenienti da associativismo e volontariato – ma che convergono proponendo un modello amministrativo differente.
È già successo a Furci, dove nel 2012 Angelo Marchione – anch'egli insegnante che ha rinunciato al compenso da sindaco – riuscì contro tutti i pronostici ad affermarsi sulla lista che si poneva in continuità con l’uscente Angelo Argentieri. In questa tornata elettorale un altro caso è a Torrebruna, dove il Cat ha presentato la propria lista dall’età media bassissima.
SCELTA DIFFICILE – «È stata una scelta difficile, ma necessaria. Quando si fa parte di una comunità non ci si può esimere dalle proprie responsabilità», così Lorenzo D’Alfonso ha spiegato il motivo della sua candidatura. Come lui, molti della sua lista sono alla prima esperienza, «potete chiamarli inesperti, ma non vi è consentito chiamarli incapaci». Un comizio di presentazione che ha ripercorso la nascita della lista: «Non dimenticherò mai quando mi hanno detto “Lorè ci sono”. “Ci sono” marca il confine tra il dire e il fare e loro l’hanno detto non per me, ma per il paese».
SPOPOLAMENTO – Un intervento, quello di D’Alfonso, incentrato soprattutto sulla piaga dello spopolamento che colpisce i piccoli centri del Vastese, «Tanti sono fuori da paese natìo. A volte sento dire che non amano il proprio paese, invece è stando fuori che si impara ad amarlo ancora di più».
«Assenza di lavoro, incapacità di fare investimenti e qualità della vita sociale scaduta», le ragioni del crollo demografico individuate dal candidato sindaco. «Noi vogliamo restare qui – ha continuato D’Alfonso – Cosa abbiamo fatto per arginare lo spopolamento? Non basta assistere il malato, occorrono le cure. Vogliamo poter dire “Sì, è possibile restare qui!”. La maggior parte delle coppie è andata via. Perdere abitanti significa che anche i nostri beni perdono di valore».
«Fresagrandinaria – ha poi concluso – non deve essere la periferia dei centri più grandi, ma la zona residenziale. C’è bisogno di un’economia che punti su agroalimentare, ambiente e turismo. Non vogliamo distruggere quello già fatto, ma basta con le improvvisazioni del momento».