Dedicato a San Babbo Natale!
UNA DELLE PIU’ ANTICHE IMMAGINI DI SANTA KLAUS (San Nicholaus) CHE PORTA I DONI DAL CAMINO SI TROVA NELLA CATTEDRALE DI VENAFRO.
Un padre cattivo, trovandosi in difficoltà economiche, decise di avviare alla prostituzione le sue tre figlie. S. Nicola, saputa la cosa, di notte lanciò dal camino tre monete d'oro nella casa dove le tre ragazze erano tenute prigioniere, sicché il padre risolse i suoi problemi e le figlie furono salve.
Il miracolo, molto conosciuto nel medioevo, viene richiamato nella iconografia del santo con la rappresentazione delle tre palle d'oro che in genere sono poggiate su un libro mantenuto dal vescovo.
Nel nostro caso l'episodio è raccontato nei particolari. Un vecchio barbuto dorme accanto ad un camino acceso mentre una delle ragazze è impegnata in faccende domestiche.
Alle sue spalle appare la figura di S. Nicola che, in abiti vescovili, penetra da un'ampia finestra trasportato da una nuvola mentre mostra il sacchetto delle monete. Nella tradizione occidentale l'episodio ha dato origine alla consuetudine dei doni di Santa Klaus (il cui nome è l'abbreviazione di S. Nicolaus) che arriva di notte dall'alto.
Questo episodio piano piano è divenuto il simbolo del Natale. E non solo perché S. Nicola sia venerato il 6 dicembre, in periodo prossimo alla festa.
Nel tempo, come spesso accade, l’immagine religiosa è stata catturata da chi aveva interessi commerciali a utilizzarla. Così avvenne ai primi dell’Ottocento quando un americano di origine olandese, John Pintard, (lo racconta con dovizia di particolari Charles W. Jones, San Nicola, ed. Laterza) riuscì a farlo diventare protettore di Nuova Amsterdam, poi divenuta Nuova York.
La commemorazione cominciò a ripetersi con un banchetto annuale nel periodo natalizio e la distribuzione di doni fu accompagnata dall’immagine di Santa Klaus (abbreviazione di S. Nicolaus) che arriva di notte dall’alto.
La cosa prese piede e Washington Irving qualche tempo dopo ebbe l’idea di far fare scatole metalliche con l’effige di S. Nicola per conservare dolci da distribuire ai ragazzi il primo giorno di ogni anno.
Furono scritti anche dei versi:
O uomo buono, o uomo santo, che chiamiamo Santa Klaus!
Ogni cuore ferve di gratitudine
per i doni che con tanta bontà distribuisci
alle fanciulle da te amate e ai ragazzi del tuo cuore.
Orsù vieni con i tuoi panieri e le tasche ben colme.
Le nostre calze ti aiuteranno ad alleggerire il tuo carico.
E non dimenticare i famosi grandi biscotti….
Dal 1822 all’immagine di Santa Klaus furono associate delle renne e una slitta carica di giocattoli mentre in mano gli furono messi tre sacchetti sfavillanti di oro.
Verso la fine del secolo cominciava a cambiare anche il suo abbigliamento. Il “New Mirror” lo mostrò con un copricapo di pelliccia e le scarpe con le fibbie.
Così vestito e per la presenza delle renne nella fantasia dei ragazzi americani Santa Klaus fu immaginato come vivente al Polo Nord dove aveva la sua fabbrica di giocattoli.
La Coca-Cola non poteva rimanere indifferente al grande richiamo di Santa Klaus e affidò al disegnatore Haddom Sundblom il compito di sacralizzare definitivamente l’icona commerciale di Babbo Natale che fece la sua prima apparizione sulle confezioni negli anni Trenta.
A noi piace ricordare il santo Nicola che porta le tre monete d’oro alle tre fanciulle in età di matrimonio per liberarle dal padre cattivo.
Però, se capita di andare a Mira (oggi Demre), in Turchia, a rivedere il sarcofago in pietra da cui i marinai baresi trafugarono il suo corpo nel 1087, vi accorgerete che, anche nel luogo dove il vescovo amico dei bambini visse, la sua immagine si è trasformata in un moderno “Baba Noel”.
APPROFONDIMENTI:
S. Nicola nel Molise.
https://www.francovalente.it/.../nicolaus-di-mira-il.../