Il 14 Dicembre 2020 ricorre il settantacinquesimo anno dalla morte di Monsignor Enrico Carusi, scrittore della Biblioteca Apostolica
Vaticana e trascrittore dei codici di Leonardo da Vinci.Egli dà onore a Pollutri: è il più illustre personaggio della nostra storia cittadina.
Personaggio che però non tutti conoscono; per questo la Pro Loco si propone di ricordarlo in questa data e successivamente lo farà conoscere meglio,
soprattutto ai più giovani, organizzando un evento culturale.
Segue una breve nota biografica.
1945 - 14 dicembre - 2020
Settantacinque anni fa moriva nella Città del Vaticano monsignor Enrico Carusi, “scrittore effettivo” della Biblioteca Apostolica
Vaticana. Era nato a Pollutri il 1°febbraio del 1878 dal notaio Filippo e da Gaetanina Giuliani. Dopo la frequenza delle classi elementari in
paese, per opportunità come si faceva allora, viene mandato al Seminario di Chieti e poi a Roma dove, oltre agli Ordini Sacerdotali,
si laurea anche in Lettere.
Essendo stato attratto dagli studi linguistici e paleografici (studio delle scritture antiche) si ritrova a contatto con gli ambienti di
quegli studiosi, per cui nel 1901 a 23 anni, fresco di laurea, pubblica il suo primo libro relativo a documenti dei secoli VIII - XI
e lo dedica al suo professore di paleografia.Chieti lo reclama e lo fa insegnare in Seminario, ma don Enrico trova l’ambiente teatino
poco adatto ai suoi studi e così dopo un anno se ne ritorna a Roma dove ritrova il suo gruppo di interesse e pubblica il
secondo libro (1904) che gli fa guadagnare la nomina di “scrittore della Biblioteca” da parte del Prefetto della Vaticana, il quale gli
affida la trascrizione del Codici Vaticano latini, centinaia di documenti, sui quali Carusi lavorerà fino alla morte, pubblicando man
mano i suoi risultati.
Nel 1919, ricorrendo il IV Centenario della morte di Leonardo da Vinci, il Governo Italiano istituisce una speciale commissione con lo
scopo di preparare un’edizione nazionale dei manoscritti del grande Genio. In essa viene inserito anche Carusi, prima come trascrittore
degli scritti e poi come Segretario della Commissione, al quale si affiderà la preparazione della Prefazione critica di ogni manoscritto
pubblicato: lavoro che egli esegue in modo nuovo e particolare, tanto da valergli l’apprezzamento generale del mondo della cultura e che lo
porrà in un posto preminente tra i migliori leonardisti d’Italia.
Le importantissime edizioni con le trascrizioni dei codici leonardeschi da lui preparate usciranno tra il 1923 ed il 1941 fermandosi per lo
scoppio della guerra.
Anche il suo amato Abruzzo riceverà il suo contributo. Nel 1904 egli inizia a collaborare con la «Rivista abruzzese» e poi
con il «Bullettino della Deputazione abruzzese»; poi si interesserà delle carte dell’abbazia di Tremiti, dei codici della biblioteca del
Capitolo vescovile di Chieti e per il suo paese natio, Pollutri, pubblicherà (1917) Cenni sull’abbazia di s. Barbato di Pollutri dalla
sua fondazione (MXV) alla fine del sec. XVIII. Nel 1931 una notevole risonanza ebbe il Convegno storico Abruzzese-Molisano da lui organizzato
a Roma e patrocinato dal Ministero dell’Istruzione – in cui i maggiori studiosi italiani e stranieri dibatterono per diversi giorni i problemi storici della
regione ed i cui Atti, dal lui pazientemente curati e raccolti in tre grossi volumi, furono poi pubblicati dalla Casa editrice De Arcangelis
di Casalbordino.
Sarebbe troppo lungo riportare qui l’elenco di tutte le sue pubblicazioni.
La mattina del 14 dicembre 1945 lo trovarono con la testa appoggiata sulla sua scrivania, tra le sue amate carte, quelle per le quali aveva dato tutte le sue forze.
Per questa ricorrenza la Pro Loco Pollutri aveva preparato qualcosa degna di lui, ma non potendo realizzarla, è stata rimandata a tempi migliori.
Vittorio Aruffo - Pro Loco Pollutri