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Zona rossa,arancioneo gialla? La Via VERDE è quella sicura

Le fughe del "nostro buon Rodrigo" sulla pista ciclabile

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«Che giorno è oggi?»«Nonno, è la Befana!»«Intendevo sapere se si esce o no; che zona, che colore, rosso, arancione o giallo?»

Ecco le domande del giorno in tante famiglie. C’è chi riesce a seguire i comunicati trasmessi da tv e giornali e chi, magari anziano o per impegni vari, chiede dilucidazioni agli altri. Insomma c’è chi se la cava da solo e chi deve appoggiarsi agli altri. Perché un po’ di confusione c’è; manca la certezza, manca un calendario più o meno a lungo termine. Discussioni a non finire nell’ambito del governo, critiche dall’opposizione, quando sembra che tutto sia deciso piomba inaspettato un ripensamento e scatta il rinvio. I politici non sono d’accordo tra di loro e nemmeno gli scienziati né trovano facile intesa scienziati e politici ai quali ultimi tocca la decisione. E così tra i tre colori navigano come in mare aperto scuole, bar, ristoranti, negozi, esercizi vari che compongono il tessuto economico del Paese. Eppure la stragrande maggioranza dei cittadini resiste, obbedisce, si adegua, è paziente, aspetta, pur se spesso disorientata. Che fare?

Personalmente mi ritengo fortunato, e non solo il solo. Sono di spesa una o due volte la settimana, il resto del tempo a casa tra pc e lettura e di frequente, tempo permettendo, sulla pista ciclabile in bici o in nordicwalking. Fuga dalla città, non come quella in piacevole e bella compagnia di Boccaccio, nel Decamerone, per dimenticare la pandemia. Davvero un privilegio la Via Verde nel tratto di costa vastese, quella dei trabocchi. Ti basta scendere pochi metri per trovarti ad esempio tra scogli e trabocco e qui puoi decidere: contemplazione beata del paesaggio, meditazione yoga, meditazione religiosa o filosofica o poetica.

Era tanto attesa la pista ciclabile del “Trabocchi”; da tempo si dice che è in dirittura d’arrivo; manca il manto verde con segnaletica, illuminazione gallerie, messa in sicurezza, insomma. Intanto quel tratto iniziale dalla vecchia stazione alla prima galleria  ̶ zona Casarsa  ̶  chiusa per sicurezza, è letteralmente invasa. Ma come si fa a non “assaggiarla” anche per i primi due chilometri?  Soleggiata la mattina, ombreggiata e fresca nel tardo pomeriggio, uno può scegliersi la temperatura di proprio gradimento secondo la stagione. A piedi o in bici, che sensazione di benessere! Che panorama! Larga, liscia, pianeggiante, marci o pedali tra il verde e ti fermi, se vuoi, per contemplare tra gli squarci il mare, la spiaggia, stendi lo sguardo fino alle Tremiti, spiaggia di San Salvo e fino al Gargano. E le piccole spiagge pietrose tra gli scogli? Non si sazia la vista, ecco perché molti si fermano, si incantano, contemplano e via foto e selfie. In bici occorre armarsi di un po’ di pazienza, non si può pretendere pista libera per un allenamento intenso. Meglio puntare sulla passeggiata confortante. Anche sulla bici da corsa urge il campanello, sennò… Sbuca una coppia dal sentierino di ritorno da mare, gli innamorati si tengono per mano e, giustamente, dopo l’ultimo strappo, si fermano al centro della pista per un bacio appassionato. Ma anche chi si tiene stretto al fianco il materassino inizia l’attraversamento a pochi metri da te, senza guardare. Din don se fai in tempo o stridore di freni. Tre ragazzi precedono il genitore con la bici quando, all’improvviso, svoltano verso la ringhiera da cui puoi incantarti alla scia luminosa marina lasciata da sole che si sta nascondendo; una frenata e la voce del paterno rimprovero: andate a destra o sinistra! E che dire dell’incanto nel punto in cui si scende al trabocco “Lu Cungarelle”? Non si può resistere: al centro della strada per foto e selfie. Conviene fermarsi per consentire la fine delle operazioni; sorriso e via. E chi si rivede sulla pista dopo tanto tempo? Basta appoggiare la bici sul cavalletto al centro della pista e fare una rimpatriata in circolo. Din don, permesso? Fa davvero tenerezza vedere famiglie intere in bici, di varie misure, occupare l’intera pista uno a fianco all’altro.Mi commuovono davvero i bambini su piccole bici con o senza rotelle che stanno imparando; davanti a loro se li incroci o in fase di sorpasso, allora ti muovi attento, prudente, li rassicuri, fai un complimento, un incoraggiamento.

In pista per divertirsi, insomma, per rilassarsi. Si pedala, si corre, si pattina, si cammina, si passeggia. Prevalgono i camminatori e aumenta il numero dei praticanti il nordicwalking.

E la mascherina? Tutti ce l’hanno a portata di mano, o meglio di bocca e naso pronti a indossarla correttamente in caso di incrocio un po’ ravvicinato. C’è da dire che si va in sicurezza anche perché si è in molti ma non da formare assembramenti.

I frequentatori auspicano la riapertura delle gallerie in modo da godere tutto il percorso. Ci si chiede anche: a quando una “stazione di servizio” per ristoro, riparazioni, servizi igienici, ricarica batterie per bici assistite, sostituzione pneumatici in caso di forature per chi non se la cava da solo?

Insomma sulla Via Verde è bello e salutare. A chi di dovere: si dia una mossa!

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