Quando Gianluca Castaldi fu nominato Sottosegretario di Stato scrissi che bisognava tornare ai tempi di Peppino Spataro per trovare un vastese (di Vasto) nel Governo o ai tempi di Remo Gaspari per trovare un vastese (del territorio). Senza voler fare paragoni fuori tempo e fuori luogo, si può dire che Castaldi (anche perché i moderni mezzi lo consentono) è stato uno che non si è mai presentato come L’UOMO DI VASTO O DEL VASTESE AL GOVERNO.
Egli ha saputo conservare anche da Sottosegretario quella modestia ed empatia che lo avevano sempre contraddistinto, da semplice cittadino e da parlamentare di minoranza o maggioranza. Non ha fatto mai pesare se uno che lo avvicinava era stato o meno un suo elettore, cosa che gli devo riconoscere anche io personalmente che, come tutti sanno, non vengo dalla sua tradizione politica. Credo che, come me, altre migliaia di persone hanno messo “mi piace” sul post che ho ripreso e che pubblico qui sopra, perché lui è stato umile ed amico di tutti.
Probabilmente questa fase che si sta per chiudere avrà, come è ovvio, detrattori e benedicenti, circa i risultati politici ottenuti o non ottenuti, ma è giusto dire che i pentastellati (e Gianluca Castaldi in particolare) il Parlamento lo hanno davvero aperto, forse non come la famosa scatoletta di tonno, ma lo hanno aperto ai cittadini.
Io stesso, che pure sono stato da sempre in importanti organismi di partito e spesso molto legato da amicizia a deputati ed uomini di Governo, se ho avuto la possibilità di entrare in stanze parlamentari e governative e di confrontarmi in prestigiose sale convegni con autorevoli esponenti ministeriali lo devo a Gianluca Castaldi, che non mi ha mai chiesto nulla in cambio.
Chi mi conosce sa che su queste cose non dico bugie e né sarebbe furbo fare captatio benevolentia adesso che il Governo è caduto. Ma è giusto dare a Cesare quel che è di cesare e a Gianluca ciò che è di Gianluca.