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ART. 21 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA

ECCO PERCHE' DIAMO SPAZIO A TUTTI

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Giorni fa ho pubblicato la notizia dell' indagine aperta a carico di Stefano Moretti, a seguito della contestazione dallo stesso messa in atto, con ripresa e diffusione video, a Vasto Marina il giorno delle Palme.

Sono stato redarguito da un mio fraterno amico ed ho deciso di scrivere questo editoriale per chiarire una volta per tutte come intendo la mia attività giornalistica. Mi avvarro' di cinque esempi.

1) Quando ho iniziato con Nuovo Molise il collega Peppino Forte pubblicava i comunicati che gli mandava Nicola Del Prete (allora addetto stampa del Comune di San Salvo di centrosinistra) e io i comunicati del centrodestra all' Opposizione. Taluni mi chiedevano perché dessi voce ad Angiolino Chiacchia o Vincenzo Larcinese che ALLORA erano marginali. Non me ne sono curato.

2) Quando Osvaldo Menna fu defenestrato e uscì da tutti gli importanti incarichi che aveva avuto, un potente dell' epoca mi sconsiglio' di dare voce a "uno sconfitto". Non me ne sono curato.

3) Alla prima conferenza stampa della vittoriosa Magnacca capii che nel tavolo dove teneva le conferenze stampa il suo predecessore era cambiato solo il sindaco. Ma io continuai a fare quello che avevo sempre fatto (e riuscii pure a salvare i rapporti personali...), dando spazio a Gabriele Marchese che taluni cominciano a disconoscere (... aveva perduto...).

4) Quando entrarono in Parlamento le 5 Stelle ed erano considerate appestati andai con una troupe tv e feci delle interviste con un regolare accredito. Paola Taverna di recente ha detto a Nicola Dario: "lui me lo ricordo, perché è stato il primo giornalista a venire nel piano nostro che allora evitavano tutti" ... allora non adesso, che 5 Stelle comandano.

5) Di recente un membro del Comitato centrale del PC di Rizzo mi ha elogiato, perché è raro  trovare un giornale che dà loro spazio. Tranquillizzo il mio amico Dario Leone: se dovessero entrare in Parlamento (come è probabile) chi adesso cestina i suoi comunicati, poi gli telefonerà per intervistarlo. 

Ora spiegherò perché ho dato spazio ANCHE alla destra oppositiva di San Salvo, a Osvaldo Menna defenestrato, a Marchese perdente, a 5 Stelle (prima) e ai comunisti (oggi) fuori dal Sistema. 

Se taluni colleghi alla fine degli anni '60 non avessero dato spazio a Marco Pannella e Loris Fortuna non avremmo il divorzio (alzi la mano OGGI chi è contro il divorzio). E questa storia potrebbe continuare fino al Cappato che porta DJ Fabo a morire in Svizzera. Ah dimenticavo, allora Pannella era considerato un pazzo.

Credo che la stampa debba riportare le battaglie di tutti (e non importa se siano condivisibili).

Saranno i lettori a farsi un' idea sul merito delle questioni. Se poi vengono commessi dei reati nel corso di quelle battaglie sarà l' Ordinamento giudiziario a fare il suo dovere sulla base di ciò che le viene assegnato dalla Costituzione, come noi giornalisti facciamo il nostro. Per quel che mi riguarda senza mai censurare.

Infatti ho già scritto, e qui lo confermo, che pur coordinando una parte politica non censurerò l' altra. E né censurerò Stefano Moretti, ovviamente coi limiti che la legge prevede, per non incorrere nella correita' delle sue azioni dimostrative. 

Una democrazia è tale se parlano tutti, altrimenti è una caserma o un' azienda  o una religione o un regime. Io dirigo un giornale e non sono né un comandante, né un capitano d' industria, né un ministro di culto e men che meno un dittatorellobdi provincia. Mi ispiro a Silone e detesto i censori per paraculismo.

Sul Trigno.net parlano tutti e parleranno tutti, come ben sanno gli editori Fabio Travaglini ed Antonio Cilli

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