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IL RITRATTO DELL’ARCHITETTO CAPOMASTRO di Franco Valente

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Ogni volta che ritorno con la mente a S. Maria della Strada, penso in particolare a quel personaggio che si vede di profilo con una corda attaccata alla pancia e mi chiedo chi sia.

Le pietre del Medioevo raccontano sempre qualcosa ma il loro linguaggio è spesso incomprensibile. Perciò hanno bisogno di qualcuno che ce lo traduca.

Oggi questi traduttori sono sempre più rari e, conseguentemente, si devono fare ragionamenti complicati per trovare una risposta a tanti quesiti che apparentemente non hanno soluzione.

A lato della lunetta del portale laterale (quello del volo di Alessandro Magno) vi è una mensola che porta l’immagine di un uomo. E’ vestito di una tunichetta ed è ritratto di profilo mentre regge con la mano destra un bastone che tiene appoggiato sulla spalla con un fardello. Con la mano sinistra mantiene una specie di roncola che sembra piuttosto un martello.

Sta camminando e alla sua vita una cinghia si allunga dietro come se egli stesse tirando un oggetto pesante o fosse attaccato a qualcosa.

Mi sono chiesto più volte perché in un certo momento della costruzione a un lapicida sia venuto in mente di fare un ritratto di un uomo che sembrerebbe fuori di ogni contesto narrativo.

Sicuramente non è un santo. Gli manca l’aureola.

Non è parte di un racconto. E’ troppo isolato rispetto alle altre figurazioni.

Anche la sua posizione è strana. Quasi defilata.

E poi, quella corda attaccata alla vita, cosa vuole significare?

Un’immagine che mi torna spesso nel cervello con il rischio che diventi una fissazione.

Eppure una soluzione ci deve essere.

Il martello che tiene in mano non è una roncola. Non ha alcun senso in questo contesto. Credo si tratti di un attrezzo di lavoro che ha una relazione con la costruzione della basilica. Anzi con la lavorazione delle pietre. Una mazzola.

Il bastone con il fardello, invece, allude chiaramente alla condizione di girovago, che non sarebbe compatibile con lo strumento di lavoro.

A meno che non si tratti di un personaggio che è costretto a spostarsi con gli attrezzi per necessità di lavoro.

A questo punto possiamo ragionevolmente pensare che il personaggio faccia un lavoro particolarmente pericoloso.

Come quello di salire sui tetti delle costruzioni in condizioni di sicurezza, mantenendosi legato a una corda allacciata alla vita.

Insomma credo si tratti dell’architetto della fabbrica, che è anche l’autore dei bassorilievi. Ha voluto ritrarsi nel pieno della sua attività di organizzatore ed esecutore dell’opera.

Mi è stata di aiuto un’immagine del secolo scorso dove i manutentori dell’Annunziata di Venafro lavorano sulla cupola mantenendosi attaccati a una corda legata alla vita.

 

 

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