Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra italiana e di roigini molisane, ha presentato un' interrogazione al Ministro della transizione ecologica - per sapere se il Ministro è a conoscenza di ulteriori elementi circa i fatti esposti in premessa e quale sia l’indirizzo del dicastero in relazione al contrasto alla ulteriore cementificazione del litorale italiano e quali iniziative di competenza intenda assumere per evitare il rischio che il progetto “South Beach” possa produrre danni ambientali e sociali in un’area protetta e di inestimabile valore per biodiversità e valori ecologici e paesaggistici.
Ma ciò che va considerata è la premessa del deputato, che consente una dettagliata ricostruzione della vicenda a tutela dell' ambiente ancora incontaminato. Ve la riportiamo integralmente: - premesso che:
la Regione Molise, con la delibera n. 67 del 29 marzo scorso, ha definito gli indirizzi operativi per l'istituzione del tavolo tecnico del "Comitato per l'accordo di programma per la valorizzazione turistica dell'area di Montenero di Bisaccia", dando di fatto seguito al progetto denominato “South Beach”, presentato nei mesi scorsi al comune di Montenero di Bisaccia (CB);
oltre 70 realtà abruzzesi tra associazioni, comitati, operatori economici del turismo hanno espresso la loro contrarietà a tale progetto;
le associazioni WWF, LIPU, Pro Natura, Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio (Conalpa) di Molise e Abruzzo hanno definito il progetto “South Beach” «Un gravissimo attentato alla natura e una serissima minaccia per la biodiversità»;
“South Beach” è un investimento miliardario per la realizzazione di edifici turistici, ville, gallerie commerciali e grattacieli alti fino a 25 piani, per un totale di oltre 11.000 alloggi che comporterebbero ben 5 milioni di metri cubi di cemento lungo la fascia costiera molisana, al confine con l’Abruzzo, nel comune di Montenero di Bisaccia (CB);
il devastante impatto che un progetto come il “South Beach” può avere sul territorio non ha solo natura ambientale, con la definitiva e perenne distruzione di uno dei pochissimi tratti di costa rimasti liberi dall’urbanizzazione selvaggia ma anche sul piano sociale operando una privatizzazione dei tratti di costa limitando il diritto collettivo all’accesso e all’uso di un bene pubblico quale la spiaggia e il mare;
il progetto "South Beach" non ha nulla di sostenibile a parere dell’interrogante e anzi, avrebbe effetti irreversibili su quel territorio. Una colata di cemento senza precedenti che devasterebbe 160 ettari sulla costa molisana;
tale progetto rischia di produrre altissimi costi sociali per i residenti, dovuti a congestione, aumento dei canoni di affitto e del costo della vita, lavoro dequalificato e svendita di un inestimabile patrimonio naturalistico;
l’intervento ipotizzato andrebbe a danneggiare in maniera irreversibile un’area protetta: il SIC IT7228221 “Foce Trigno-Marina di Petacciato”, sito di importanza comunitaria incluso nella Rete Natura 2000 che comprende le zone di maggiore importanza naturalistica d’Europa, tutelate dall’Ue per la presenza di ambienti particolarmente significativi e di rare specie di flora e fauna;
il prezioso ambiente dunale presente lungo la costa rappresenta un avamposto per il contrasto all’aumento del livello del mare, dovuto ai cambiamenti climatici, per i quali vanno previste azioni di mitigazione e adattamento e non certo cementificazioni. Habitat unico e ricco di biodiversità che la normativa e le recenti scelte politiche europee e nazionali impongono di preservare;
la gran parte del litorale italiano è ormai cementificato e ciò che rimane libero dall’urbanizzazione va difeso. La presenza di questi rari ambienti litoranei rimasti indenni rappresenta un prezioso volano per un turismo naturalistico di qualità;
risulta incomprensibile all’interrogante che sulla costa si continuino a inseguire modelli di presunto sviluppo affidati alla cementificazione, benché ormai sia noto che tali modelli sono superati e creano più danni che vantaggi;
nell’interesse dell’intera collettività bisognerebbe orientarsi verso strategie mirate al turismo sostenibile, ad esempio attraverso la sua destagionalizzazione, evitando il turismo di massa, favorendo la valorizzazione di percorsi che puntino su cultura, natura ed enogastronomia anziché sulla concentrazione in grandi complessi e privilegiando piccole strutture ricettive locali, senza consumo di suolo e con riscontri economici diffusi