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Fabio Travaglini scrive a Natalia Di Virgilio

"Hai ragione: ci dobbiamo proprio indignare"

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"Quanto accaduto oggi in consiglio comunale è inaccettabile!

Dovremmo indignarci tutti! Affrontare il tema del forno crematorio, come se si trattasse di un'opera pubblica qualunque, è imperdonabile.

Diamoci una mossa, perché questi hanno deciso anche per noi!"

Queste parole scritte su un post da Natalia Di Virgilio mi hanno davvero colpito e le faccio totalmente mie.

Ha ragione Natalia: dobbiamo tutti indignarci. Non abbiamo l' anello al naso ed abbiamo capito che la maggioranza non vuole che si celebrino i referendum a San Salvo, né sul forno crematorio (come sarebbe doveroso) e né su altro. 

Se la maggioranza avesse voluto i referendum, quando la minoranza ha chiesto la convocazione della Commissione Affari generali per discutere dei necessari regolamenti attuativi l' avrebbe fatta  convocare, senza appellarsi al fatto che i richiedenti non hanno i numeri. Lo sanno tutti ed è vero: nel 2017 la maggioranza ha avuto 12 consiglieri e la minoranza solo 5.

Se la maggioranza avesse voluto i referendum, nel Consiglio comunale di oggi (che Spadano ha dovuto convocare, perché per richiederlo ed ottenerlo sono sufficienti i 5 di minoranza) non  avrebbero chiesto il rinvio. E per fare cosa? Per tornare nella stessa Commissione che non avevano convocato perché i richiedenti (di minoranza) erano insufficienti.

In un periodo storico in cui si parla di democrazia diretta, i cittadini vogliono partecipare alla vita pubblica e per farlo consultano continuamente il web ed intervengono a commento di tante circostanze politiche, l' Amministrazione comunale di San Salvo non vuole i referendum. 

Qual' è il senso per un Comune di avere una pagina social? Solo quello di comunicare ciò che il Comune stesso fa o anche quello di ricevere i commenti dei cittadini e tenerne conto in modo democratico? 

Che senso ha "comunicare" coi cittadini via social e non consentire loro che su grandi questioni possano esprimersi in una consultazione popolare, referendaria e preceduta da un dibattito moderno e democratico. 

Se la maggioranza non vorrà fare i regolamenti attuativi per celebrare i referendum (come chiesto dal Comitato di cui è portavoce Antonia Schiavarelli)  ci dobbiamo proprio indignare, come dice Natalia Di Virgilio.

 

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