Partecipa a IlTrigno.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

PER CASTALDI E' LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO

Sulla prescrizione, "il M5S si è fatto sfogliare, per la ennesima volta con il governo Draghi, come un carciofo"

Condividi su:

Che farà d' ora in avanti l'ex sottosegretario vastese ? Riprendiamo l'amaro sfogo del senatore Gianluca Castaldi dopo l'approvazione nel Consiglio dei ministri della "limatura" della Legge Bonafede.

Sono consapevole che essere, come M5S, in questa maggioranza non è semplice.

Così come sono convinto che la mediazione non sia una categoria immorale della politica.

Sono stato Sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento nel cosiddetto “Conte II”: un ruolo tipico di mediazione.

Ribadisco, quindi, che so di cosa parlo quando bisogna mediare.

Ho difeso la scelta difficile di essere nel governo Draghi consapevole che ingoiare il rospo era anche funzionale a difendere quello che avevamo ottenuto con diversi provvedimenti nei precedenti governi; ed essere anche attenti vigilanti.

Tra i provvedimenti da difendere c’era la riforma Bonafede con la quale avevamo cercato di limitare la prescrizione ritenendo di combattere l’impunità e di garantire che più processi arrivino a una sentenza definitiva.

Ieri, al contrario, il M5S si è fatto sfogliare, per la ennesima volta con il governo Draghi, come un carciofo.

Per me la goccia che fa traboccare il vaso.

Siamo senza una guida: ci si confronta anche in modo serrato; si arriva ad un orientamento, ad una decisione che - ieri - i nostri ministri non hanno sostenuto fino in fondo.

Si è accettato quello che la maggioranza dei gruppi parlamentari non avrebbe mai voluto accettare.

Se stare in questo governo, con la rappresentanza parlamentare più ampia (frutto del 33% delle elezioni del 2018) significa essere scarsamente incidenti e politicamente ininfluenti, io credo che una riflessione vada aperta.

In me la apre di sicuro (e non credo solo in me) ed anche molto, molto profonda; riflessione che mi fa porre a voce alta una domanda: chi e perché ci sta facendo fare scelte che sono lontane mille miglia dalle nostre ragioni identitarie e che ci hanno portato in parlamento?

E che ne rimane di quello spirito solidale di condivisione tra di noi?

Siamo sicuri che tutto quello che ci viene proposto risponda alla “necessità di stato” rispetto alla quale ci dobbiamo solo che piegare?

Io non credo proprio; anzi ne sono fermamente convinto.

E sono altrettanto convinto che il M5S resti ancora l'unica forza politica a cui dare fiducia.

Ma certi atteggiamenti come quelli di ieri mi hanno fatto maturare la decisione di non sentirmi obbligato a difendere tutto e tutti: nelle decisioni di merito e nei comportamenti soggettivi.

Abbiamo fatto, insieme, scelte che non rinnego: fare politica con poche risorse; destinare risorse a tante situazioni bisognose; rinunciare a veri ed autentici privilegi.

Ma, se fare scelte ancora insieme significa ricontrattare tutte quelle che - altrettanto insieme - giudicammo nostre conquiste generali per il bene del Paese, allora io dico: no, non sono la persona ideale che possa accettare tutti i compromessi al ribasso che ci vengono proposti.

La mia coscienza, la mia storia personale mi impongono di lottare "nel Movimento”, rispettando sempre le decisioni che si assumono e non, come accaduto ieri, disinteressarsene.

Lottare significa anche avere una linea ferma, rispettarsi e rispettare le decisioni: se questo continuerà a non accadere non esiterò a valutare un modo per esprimere - quando lo riterrò opportuno - il mio disaccordo.

Per me, la decisione di ieri, apre una fase nuova, dal punto di vista personale, che non esclude altri modi di poter restare fedeli ai nostri principi.

Condividi su:

Seguici su Facebook