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“Non ce l’hanno mai presentato il mare”

Nuovo toccante racconto di Sara Mariotti, che genera una riflessione

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Nuovo racconto di Sara Mariotti. Pubblicato su www.rivista.inutile.eu, nella rubrica “Storia di luoghi”. Ed il luogo che la scrittrice, nostra concittadina, sceglie è proprio il nostro. E’ San Salvo, anche se non lo cita mai. Ma lo fa capire, con riferimenti continui, belli, emotivi, delicati e commoventi.

Si, è San Salvo il luogo narrato da Sara, perché ha il mare, che è il luogo della sua infanzia e delle sue radici. Eppure – lei dice, anzi ci fa il titolo – è un mare che non le hanno mai presentato. Scrive: “…Per dire, il mare non ce l’hanno mai presentato, ce lo hanno messo nelle mani strette a conca, dentro un secchiello, fin sopra le ginocchia, ci abbiamo nuotato in superficie con i braccioli, poi senza: questo è tutto, funziona così”.

Credo che abbia voluto dire “Abbiamo sto tesoro, ma non lo ostentiamo”: Già, ma perché non lo ostentiamo ? Perché non ci viene di presentarlo…neanche a noi stessi ? Forse perché ce l’abbiamo da sempre ? O forse è per timidezza ? No, è per via della nostra semplicità e deve esserne convinta pure la Mariotti, che scrive: “… mi manca la semplicità delle case che conosciamo sia dentro che fuori, che non dobbiamo immaginare: come sono arredate, o se sono abitate e da chi. Non come a Roma; qualche volta pure la mia casa non so come raggiungerla se il Muro Torto è chiuso per un’interruzione”.

Eccezionale ! Riesce ad esaltare casa sua, intese come case sue, semplicemente mettendo in rilievo la complessità della città eterna, di Roma, sua Città d’adozione, che nomina più volte e che probabilmente ama, ma di un amore diverso rispetto a quello per San Salvo.

Per noi, invece, l’autrice nutre un amore puro, sincero, nostalgico; l’amore dell’infanzia, popolato dal padre medico (che “la salva” da una medusa) e dalla nonna sarta, dai viaggi verso Pescara e dall’immagine della Maiella, dalla Chiesa di San Nicola e da Via Savoia, dalla piazzetta e dai gessetti per firmarsi sull’asfalto.

Ed  è l’ amore che le fa dire (alla sorella Nicole): “Dovremmo tornare a camminare in montagna, a respirare l’aria buona, se ancora esiste aria buona, quell’abitudine di alternare il mare alla montagna, noi li abbiamo avuti entrambi, siamo state fortunate. Eppure, ce ne siamo andate, tu per prima….Chissà cosa si prova a rimanere nel paese in cui sei nata e a non andarsene mai, a essere interi dalle radici alla testa, a staccare le braccia dai fianchi, agitarle nell’aria e non perdere mai l’equilibrio”.

Non conosco Sara Mariotti, anche se il suo papà è mio caro amico. Nell’ ultima recensione l’ho scambiata per la sorella. Mi piacerebbe conoscerla, anzi intervistarla. Vorrei averla ospite in un mio Chi c’è, c’è, per fare un bilancio di questa generazione che se n’è andata da San Salvo, ma senza mai dimenticarla. Forse se a ‘sti nostri figli avessimo presentato il mare, sarebbero ancora con noi..forse…non lo so…ma glielo vorrei chiedere a Sara.

 

 

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