Partecipa a IlTrigno.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

AMMINISTRATIVE 2021: E’ FINITA LA POLITICA CHE CONOSCEVAMO!

L'editoriale di Ods

Condividi su:

 

Non sembri forzato questo titolo, perché quanto è appena accaduto nel vastese certifica proprio che è finita la politica basata sul dibattito, sullo scontro e sulle contrapposizioni delle vere dinamiche politiche, almeno come le abbiamo conosciute dal dopoguerra ad oggi. Per far capire quanto ho appena scritto, entro nel merito, sia pure sinteticamente, dei Comuni in cui si voterà il mese prossimo.

SCERNI: la sinistra (che peraltro è Amministrazione uscente) non ha presentato la lista. Il candidato sindaco del centrodestra, Daniele Carlucci, che, dunque, è già sindaco ha dovuto presentare una lista civetta;

CASALBORDINO: la sinistra non ha presentato la lista. Ci sono due consiglieri uscenti candidati nella lista del capo dell’ Opposizione uscente Alessandro Santoro, sfidante dell’ uscente Filippo Marinucci;

CARUNCHIO: la sinistra non ha presentato la lista. Il candidato sindaco nonché sindaco uscente del centrodestra, Gianfranco D’ Isabella, che, dunque, tornerà primo cittadino, ha dovuto presentare una lista civetta, candidando una sua consigliera;

CASALANGUIDA: la sinistra non ha presentato la lista. Il candidato sindaco nonché sindaco uscente del centrodestra, Luca Conti, non ha presentato una lista civetta, ma con una lista unica tornerà tranquillamente ad essere primo cittadino;

DOGLIOLA: la destra non ha presentato la lista. Si contendono lo scranno di primo cittadino l’uscente Rocco D’ Adamio e Giovanni Giammichele che fu suo sindaco dal 2001 al 2011 e suo vicesindaco dal 2011 al 2016;

LENTELLA: la destra non ha presentato la lista. Il candidato sindaco Marco Mancini non ha presentato una lista civetta, ma con una lista unica diventerà sicuramente primo cittadino (all’interno della sua lista si sono candidati un consigliere della minoranza uscente e il figlio dell’ ex sindaco Leandro Di Lallo, schierato nell’Opposizione uscente);

TUFILLO: la destra non ha presentato la lista. Si contendono lo scranno di primo cittadino l’uscente Ernano Marcovecchio ed Alessandro Cinci. Quest’ ultimo è di Vasto con madre tufillese ed ha candidato anche il figlio del geom. Di Marco, anch’egli di origini tufillesi. Gli altri componenti sono “forestieri” come lo furono quelli dell’ analoga lista del ’93, che raccolse il 33% dei consensi.

Praticamente in quattro di questi sette Comuni non si presenta la sinistra ed in tre non si presenta la destra, anche se l’assenza della sinistra è più pesante, perché non ha fatto la lista a Scerni in cui era uscente e a Casalbordino che ha 6000 abitanti. Le assenze della destra si rilevano in tre piccoli Comuni, ma comunque servono a certificare che ovunque sono tempi duri per le minoranze !!!.

CELENZA SUL TRIGNO: è l’eccezione che conferma la regola, perché è l’unico tra i Comuni del vastese interno dove si contendono lo scranno di sindaco il primo cittadino uscente Walter Di Laudo ed il “suo” capo dell’ Opposizione Andrea Venosini, che fu sindaco per sette anni e mezzo prima dello stesso Di Laudo. Ma questa “diversità” celenzana va attribuita al modo, per così dire peculiare, in cui Venosini interpreta il suo ruolo in Comune, che quanto meno genera una contrapposizione. Chi sa se è meglio la “contrapposizione eccessiva alla celenzana” o l’assenza totale di Opposizione (e quindi contrapposizione) negli altri Comuni sopra esaminati.

VASTO: nel capoluogo comprensoriale ci sono dinamiche politiche somiglianti a quelle “classiche”. Infatti, sono candidati per la sinistra l’ uscente Francesco Menna, per la destra e le 5 Stelle due dei consiglieri di Opposizione, rispettivamente Guido Giangiacomo e Dina Carinci; si sono trasferiti da destra a sinistra Alessandro D’ Elisa (consigliere uscente di minoranza) e da sinistra a destra Nicola Tiberio (consigliere uscente di maggioranza); ci sono tre liste civiche capitanate da Angela Pennetta, Anna Rita Carugno ed Alessandra Notaro. Quest’ ultima, però, esce dalle dinamiche più “classiche”, anzitutto perché ha già presentato il ticket di vertice (sindaco e sindaco), poi perché dello stesso fanno parte due donne (la stessa Notaro ed Alessandra Cappa, vice sindaco in pectore). Ma soprattutto perché questa coalizione vede unitissime una donna del cattolicesimo democratico e una donna consigliere uscente della Lega. Insomma, mette assieme pezzi di destra e di sinistra proprio nel segno della concretezza e per la scomposizione dei poli, tanto è vero che ne fa parte la (sola) lista di partito, il cui leader Carlo Calenda teorizza proprio la scomposizione e ricomposizione della destra e della sinistra. Non a caso alla prima manifestazione di Azione (il partito di Calenda, a Vasto coordinato da Nino Fuiano) hanno partecipato insieme due parlamentari “azionisti”: l’ex ministro Enrico Costa (proveniente da Forza Italia) e il senatore Matteo Richetti (proveniente dal Pd).

Cosa ci raccontano le sopra elencate anomalie nei Comuni grandi, medi e piccoli del vastese ? Che nella maggior parte dei casi (paradigmatici) in queste elezioni si sono presentate o solo liste di destra (con qualche esponente dello schieramento opposto) o solo liste di sinistra (con qualche esponente dello schieramento opposto); che quasi sempre soccombono (cioè non ce la fanno a presentare le proprie liste) le minoranze (tranne il caso di Scerni, dove addirittura non riesce a ricandidarsi l’ Amministrazione uscente); che a Vasto la richiamata e diffusa scomposizione della politica come l’abbiamo conosciuta è addirittura teorizzata e sintetizzata in una coalizione. Ciò potrebbe significare che le ricordate anomalie non sono casuali, ma figlie di questi tempi, in cui sono morti i partiti, gli amministratori sono sotto lo spada delle Corti penali e contabili, la burocrazia la fa da padrona e la politica si fa sui social e non più nelle sezioni (che togliattianamente una volta erano una per campanile).

Se le ricordate anomalie effettivamente fossero figlie dei tempi ci dovremmo aspettare qualche altro tsunami, come quelli che nel ’94 portarono al potere Silvio Berlusconi, non furono registrati dai sondaggi e presagiti da Gianfranco Fini ed Alessandra Mussolini, che entrarono nei ballottaggi di Roma e Napoli; che nel 2018 portarono al potere Beppe Grillo, non furono registrati dai sondaggi e presagiti da Virginia Raggi, che diventò sindaco di Roma. A presagire i due predetti sconvolgimenti elettorali non furono i sondaggi (spesso seguaci del mainstream), ma i risultati elettorali amministrativi. Da quelli del 4 ottobre prossimo potremo capire cosa accadrà alle imminenti elezioni per il Quirinale nel 2022 e alle successive elezioni politiche.

Condividi su:

Seguici su Facebook