C' erano molti ragazzi a vedere l' Arminuta. Non so se per la promozione del cinematografo o se per rispetto della coetanea vastese protagonista della pellicola.
Ma qualunque fosse il motivo che ha portato tanti ragazzi al cinema, è probabile che essi non sapessero chi l' Arminuta e sua sorella Adriana fossimo noi, i ragazzi degli anni '70. Infatti, la storia racconta quegli anni e il film è ambientato in un paesino del pescarese interno (uno qualsiasi) con qualche scena ripresa un paese di mare.
È tutto drammaticamente realista ne l' Arminuta: le macchine dell' epoca con targhe "Pe", il degrado di una famiglia numerosa che abita in campagna ed è "costretta" a cedere una figlia ad un parente, la "magara", la moto Gilera 125, le giostre, come quelle che venivano da noi col fiocco da prendere in volo, la facilità con cui uno dei figli scivola verso la delinquenza. Ma soprattutto lo stridere tra una famiglia povera di campagna e una piccolo borghese di città. La prima con un padre padrone che menava le mani e la seconda con un padre forbito che comunque comandava lui.
Negli anni '70 le differenze di classe dalle nostre parti si avvertivano ed anche quelle di genere. Le donne, sia quelle povere che quelle ricche, erano subordinate. Nel film la mamma biologica de l' Arminuta (interpretata dalla brava Scalera alias Imma Tataranni) parla pochissimo e veste sempre uguale , mentre quella adottiva è colta e veste bene. Ma sono entrambe subordinate, come le ragazze che al tempo diventavano subito grandi ed avvezze alle faccende di casa.
L' autore mette a confronto anche due uomini: il padre biologico della protagonista e il secondo compagno della mamma adottiva. Sono entrambi autoritari, ma il primo lo è "a fin di bene" nella speranza di "correggere nu fij ca si na jit ghi li zinghr"; il secondo autoritario lo è per cinismo.
I ragazzi di oggi non sanno che ciò che hanno visto al film fa era vita reale appena cinquant' anni fa circa, nel visuuto dei loro nonni e della mia generazione; noi sappiamo di aver rivisto al cinema il nostro mondo di quando giocavamo a "vedo" e "li vistite passavane da una sor a n' andre". Cosa che ci ha consentito di riflettere su come il mondo sia cambiato, di come noi siamo diversi e non solo perché abbiamo mezzo secolo di vita in più.
Quella degli anni '70 era una società povera, ma piena di fiducia, nella quale anche "commara Carmela, la magara" ti faceva sperare nel futuro. Quella di oggi è una società ricca, ma che gli scienziati considerano verso la fine, perché per uscire da quella miseria ci siamo fottutti anche l' aria che respiriamo.