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Marcello e Raspa sono due persone coraggiose

Sanno quello che fanno e lo spiegheranno in diretta streaming

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La politica non è il calcio, almeno per chi la fa. Formica diceva che è sangue e merda. 
Quando si è impegnati politicamente o amministrativamente si fanno riunioni di continuo. Ci si telefona e si scambiano messaggi di informazione.  Si va a cena e ai pub a tarda sera per non saltare la cena. Cioè si stabiliscono rapporti amicali ed affettivi: io lo so bene, perché politica e giornalismo politico lo faccio da oltre quarant'anni;  conosco bene come funzionano le dinamiche di relazione tra membri dello stesso partito o della stessa coalizione e ancor più della stessa Giunta o della stessa maggioranza. 
 
So bene che se una persona decide di uscire da un partito o da una Giunta non lo fa mai a cuor leggero. Ripensa di essere stato invitato ai compleanni e ai matrimoni dei compagni e compagne di partito. Ripensa ai legami che ha stabilito coi colleghi di maggioranza e che inevitabilmente subiranno delle incrinature. Pensa a qualche famigliare che gli dice: ma che lo fai a fare? Ci stai da tanto tempo, ti diranno male, ti accuseranno di questo e quello. Ti conviene metterci contro? 
 
Quindi se uno decide di uscire da un contesto politico non lo fa mai a cuor leggero. Anzi tanto più è stato in quel contesto e tanto più avrà rapporti longevi e profondi quanto più la rottura sarà dolorosa. Ma questo fa capire che se uno decide di rompere dopo dieci o venti anni di permanenza vuol dire che avrà motivi SERI per farlo: torti subìti o che si ritiene di aver subìto, esigenza di liberarsi finalmente da imposizioni di un leader autoritario, voglia di partecipare ad un processo di cambiamento che si ritiene importante per la comunità rappresentata.
 
Non tutti hanno il coraggio di uscire e rompere. Quelli che lo fanno sono relativamente pochi rispetto a tanti che lo dicono: si pensi che a Mauro Febbo l' anno scorso l' essersi messo fuori dalla sua coalizione per non appoggiare il suo compagno di partito a sindaco di Chieti gli è costato il posto di assessore regionale. Eppure è andato dritto per la sua strada. C' è qualcuno che può dire che Febbo non è un uomo coraggioso o non è un uomo coerente ? Ha semplicemente avuto almeno uno dei tre suddetti SERI motivi per mettersi contro Fabrizio Di Stefano. 
 
A San Salvo nella prima Repubblica la rottura più clamorosa la fece il sindaco Altieri. Poi ce n'è fu una più blanda del sottoscritto con un paio di giovani colleghi. Nella seconda Repubblica per primo una rottura politica la fece il consigliere regionale Eugenio Spadano (che uscì dal Ppi) e poi il sindaco Gabriele Marchese (che uscì dal Pd). C' è qualcuno che può definire Spadano e Marchese uomini non  coraggiosi che non abbiano  diligentemente spiegato alla città i motivi delle loro rispettive rotture politiche? 
 
Ai tempi delle rotture di Altieri e della nostra la politica si faceva coi tazebao e coi comizi. Ai tempi di Spadano e Marchese la politica si faceva coi giornali, coi siti e un po' coi social. Mentre oggi la politica si fa quasi esclusivamente sui social, dove qualche commento di critica può non tenere conto dei travagli interiori e delle motivazioni intrinseche che hanno determinato delle scelte, come ho appena cercato di spiegare.
 
Tonino Marcello e Fabio Raspa hanno lasciato  le rispettive poltrone nella Giunta municipale, dopo anni di militanza ed impegni, e per averlo fatto sono senz' altro più coraggiosi di ha detto di aver subito torti analoghi o superiori e non ha avuto lo stesso coraggio. Ma soprattutto avranno avuto motivi SERI per andarsene; motivazioni che loro stessi espliciteranno in una conferenza stampa in diretta streaming e a cui tutti potranno collegarsi per comprendere le loro ragioni: venerdì 18 alle 11. Tutti potranno ascoltare e valutare. Chi riterrà di esprimere pubblicamente le proprie valutazioni potrà farlo. 
 
Personalmente, conoscendo sia le dinamiche politiche  e sia i due che non sono certo tipi avventati, farò dei commenti pubblici (come sempre faccio). Ma avrò comunque rispetto sia per chi sta compiendo  la rottura che per chi la sta subendo, perché questo non è il calcio ed io non sono un tifoso.


 

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