Quando Nicola Sannino mi ha chiamato commosso per dirmi che era morto Vincenzo Cioffi ho provato un sincero dolore misto ad incredulità: quasi a non voler credere che ci possa lasciare uno che si conosce da sempre. E Cioffi io lo conoscevo da sempre: ha qualche anno in più di mio padre, così come due dei suoi figli, amici miei, Michele ed Enzina, hanno poco più della mia età.
L' avevo conosciuto quand'ero bambino, nel mio vecchio quartiere, dove lui veniva spesso a trovare Pascale Roberto e Papa Clemente (così, col cognome prima del nome, noi piccoli li chiamavano. Papa, con Sannino, Ingenito, Piacente e Cioffi stesso erano stati i primissimi capi famiglia giunti dal napoletano per la costruzione della Siv: persone perbene e ben integrate, tanto che hanno quasi sempre espresso amministratori locali (un periodo addirittura su due fronti opposti: Piacente col Pci e Papa con la Dc).
Cioffi ha lavorato alla Siv, ma, ad certo punto della sua vita, ha anche trasformato il suo hobby (per il ciclismo) in un (secondo) lavoro, aprendo con Ginoble una piccola officina di riparazione di biciclette proprio in quel quartiere: in un piccolo garage affittatogli da un altro grande Vincenzo, Pracilio. Noi bambini eravamo "di casa" in quel garage, affascinati dalle piccole riparazioni che i due "mastri" facevano alle nostre bici. Da allora “Cioffi Vincenzo” o anche "il padre di Michele Cioffi" diventò per me e per i miei amichetti del quartiere “Mastre Vicinze” e, quando apri il negozio di cicli e moto a Via Trignina, fu logica conseguenza andare da lui per il primo motorino.
“Mastre Vicinze” da giovane operaio, da commerciante adulto e da anziano pensionato aveva continuato ad essere come sempre: educato con tutti e rispettoso con chiunque. Ogni volta che ci incontravamo al Bar Da Nicola mi metteva in imbarazzo perché mi salutava per prima e mi chiedeva se volessi o cafè, con quell' intramontabile accento napoletano, con cui era conosciuto da tutti e che non avrebbe mai perso. Del resto quando uno ha un' identità forte (e lui ce l' aveva) può permettersi di andare ovunque e fare di tutto, potendo apparire serenamente per quello che è. Forse per questo la ferale notizia ha destato in me un' iniziale incredulità. Se n'era andato “Mastre Vicinze”, che fin da quando veniva al II vico della Mirandola è stato ed è apparso sempre sé stesso: una bella persona !