In occasione dell' evento Cultura “è” territorio (laboratori all’aperto negli spazi esterni della sede centrale della Nuova Direzione Didattica Vasto in preparazione della giornata mondiale della Biodiversità), la Dirigente scolastica Concetta Delle Donne ha rivolto questo indirizzo di saluto.
La responsabilità nei confronti del paesaggio, dell’ecosistema, dell’ambiente, rappresenta forse il primo problema di cittadinanza su cui far riflettere i nostri alunni. Misurarsi con il tema del paesaggio è necessario per accrescere in loro la consapevolezza dei luoghi in cui vivono e far prendere loro coscienza di quanto incida l’azione antropica sul territorio e di come, con grande facilità, si possano mettere in atto operazioni devastanti e irreversibili non solo per l’ecosistema, ma anche per la sopravvivenza della cultura e dell’identità delle comunità stesse. L’obiettivo sarà quello di aiutare bambini e ragazzi a distinguere e a capire i segni che il passato ha impresso nel territorio, a riconoscerli come elementi che concorrono alla definizione della identità, della propria cultura e, di conseguenza, ad amarli e quindi a difenderli in quanto testimonianze visive e reali della storia della loro comunità, e infine a considerarli i punti di riferimento dai quali non si deve prescindere nella progettazione dello sviluppo futuro.
Non possiamo considerare non didatticamente positivo individuare degli obiettivi concreti su cui elaborare una proposta di tutela e di conservazione per formare gli alunni ad intraprendere anche oggettive e reali azioni di partecipazione: su questo stiamo lavorando partendo davvero da piccole azioni -consapevolezza alimentare, semplici coltivazioni, riciclo, consumo responsabile-.
Il territorio come patrimonio identitario. Didattica del territorio come valore “glocal” e interculturale
Con il termine “patrimonio culturale” possiamo intendere tutto l’insieme di tracce materiali e immateriali che testimoniano l’esistenza culturale di un popolo in un determinato momento storico. E’ patrimonio innanzitutto il territorio plasmato dal suo insediamento, poi gli oggetti della cultura materiale, poi ovviamente i linguaggi, il folclore, i modi di organizzarsi e interagire, i prodotti artistici ecc.
Se pensiamo al significato etimologico (patris-munus) ci ritroviamo nel campo semantico di concetti come “valore”, “possesso”, “eredità”.
Perché insistere sul concetto di patrimonio? Per prima cosa perché esiste il diritto e il dovere da parte di ogni essere umano di conoscere la cultura a cui appartiene. L’importante però è comprendere che questa cultura nasce da lontano ed è il risultato di contaminazioni e integrazioni continue. Il patrimonio culturale infatti è il prodotto dell’attività delle generazioni passate che quelle presenti contribuiscono a ridefinire per poterlo poi trasmettere alle generazioni future. Senza questa consapevolezza è facile vivere il proprio patrimonio senza riflessione e questo facilmente provoca scarsa cura o rispetto nei suoi confronti, così come spesso ingenera disagio nei confronti delle tradizioni culturali diverse da quelle a cui si è abituati e quindi aggressività per chi le ha prodotte. Saper fruire dei beni culturali invece permette in primo luogo di sviluppare il senso di appartenenza di sé a una cultura: radici parentali, linguistiche, territoriali, religiose che ci caratterizzano, ma rispetto alle quali nel corso della vita abbiamo anche la libertà di realizzare nuove scelte per riplasmare in modo creativo l’identità culturale di cui facciamo parte.
In secondo luogo conoscere i prodotti della propria cultura stimola la presa di coscienza dei diritti e doveri che abbiamo rispetto ad essi. L’Educazione al patrimonio si intreccia quindi all’Educazione alla cittadinanza, sviluppando responsabilità civile e mettendo in moto atteggiamenti di valorizzazione, tutela e conservazione.
In questo momento storico, in cui gli scambi tra i popoli sono sempre più importanti e più facili, l’Educazione al patrimonio può assumere anche un significato fortemente interculturale.
Ogni prodotto culturale, infatti, testimonia le risposte, in parte simili e in parte diverse, che ogni popolo ha dato ai bisogni comuni che l’umanità si trova ad affrontare sul pianeta; racconta la storia del gruppo umano che lo ha prodotto, con le strategie adottate per interagire con il territorio in cui vive e con i secolari processi di incontro, scontro e scambio con i popoli con cui è venuto in contatto. Lavorare sul patrimonio quindi stimola l’interesse per le espressioni culturali degli altri e quindi anche il rispetto per esse, permette di scoprire somiglianze e differenze e costituisce un terreno per il dialogo e lo scambio. Tutelare il patrimonio invita infatti a realizzare un senso di appartenenza senza la tendenza a esaltare la propria identità e tradizione contro quella di altri, ma per facilitare la relazione e l’incontro.