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SE IL BUON GIORNO SI VEDE DAL MATTINO, ANZI…

DAL “PRIMO” CONSIGLIO COMUNALE

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Ieri 2 agosto, c’è stata la prima seduta di Consiglio comunale (in realtà la seconda, se si considera la seduta di insediamento, che però è più una cerimonia che altro). In discussione c’erano gli equilibri di bilancio ed il voto era scontato: in casi come questo la minoranza (di ogni colore) vota contro. Ma è stato interessante partecipare per vedere (come si suol dire) il buon giorno dal mattino. Quindi sono andato, ho ascoltato, ma ho soprattutto visto. E penso di essere in grado di immaginare come sarà il giorno (cioè la legislatura), salvo che i leader che citerò non modifichino le rispettive “linee politico-comportamentali” emerse appunto in questa seduta. Immagino la legislatura, ma non completamente perché devo rilevare che c’è una variabile.

ARGIRO’, IL LEADER DURO – Nicola Argirò (che è stato leader indiscusso del centrodestra locale dal ’94 al 2002, che ha diviso la leadership con Spadano dal 2002 al 2009 e che è stato fatto fuori dalla leadership della Magnacca & Spadano dal 2014 in poi) è tornato in Consiglio comunale come primo eletto della lista del candidato sindaco Travaglini. Ed ha subito messo le carte in tavola: “la differenza elettorale è minima tra le due coalizioni, noi rappresentiamo mezza Città, motivo per cui la nostra sarà un’opposizione dura!”: Chi conosce Argirò sa che è uno che dice quello pensa e fa quello che dice. Cosa che è emersa nel suo primo intervento, in cui è entrato dentro gli argomenti e le voci di spesa. Del resto è stato per cinque anni assessore al bilancio con Mauro Febbo presidente della Provincia ed indubbiamente l’esperienza di settore non gli manca. Peraltro al suo fianco avrà Tonino Marcello, Fabio Raspa e non SOLO: l’Amministrazione comunale non pensi di avere sconti dall’area proveniente dal centrodestra che ora sta con Fabio Travaglini, che è il vero cucitore di questa Opposizione.

BOSCHETTI, IL LEADER TECNICO -POLITICO – Antonio Boschetti (che, da leader del Pd, è stato molto generoso alle ultime elezioni, a cui tutti riconoscono capacità tecniche, essendo avvocato amministrativista, e capacità politiche, essedo stato assessore alla Regione) ha mostrato quello che è, allorquando nel suo intervento ha fatto notare un “eccetera eccetera” dopo l’elencazione di alcune spese, affermando “eccetera eccetera si può scrivere nei romanzi, ma non nelle delibere” e suscitando ovvio imbarazzo sui banchi opposti, tanto che la sindaca ha dovuto riconoscere che si è trattato di un refuso. Anzi la De Nicolis ha confermato che è un refuso dopo che lo stesso Boschetti aveva detto: “a meno che non si tratti di un refuso”. Che lo sia o meno poco ci importa. Boschetti ha voluto mandare un preciso messaggio a chi scrive le delibere e le determine e a chi le firma (non sappiamo se leggendole prima): “diversamente dal passato, la musica è cambiata, perché gli atti amministrative saranno attenzionati e misurati”. 

MAGNACCA, IL LEADER SUGGERITORE – Su Tiziana Magnacca il discorso si fa più complesso, perché la sua è una personalità complessa, capace allo stesso tempo di raccogliere un consenso molto ampio (oltre 1300 preferenze), ma anche di far fuggire dal suo schieramento calibri da 90 (come Argirò e Marcello) ed amici personali come (Raspa e De Virgiliis). Sui dieci anni della sua Amministrazione, prima o poi, faremo un saggio (come l’abbiamo fatto per le precedenti dagli anni ’70). Ma fin da ora possiamo affermare che l’era politica democristiana ha generato il primo parlamentare di San Salvo (Lillino Artese) e l’era politica della sinistra ha generato il secondo (Arnaldo Mariotti). Se l’era politica della destra generasse il terzo parlamentare nella persona del suo leader saremmo in linea con la storia. Quindi, da questo punto di vista, nulla questio. Eppure c’è una sostanziale differenza tra le leadership di Artese e Mariotti e quella della Magnacca. E non è solo di genere. O forse proprio perché sono di genere diverso si manifesta la differenza che sto per un illustrare. In pratica Artese ha avuto come successori Tomeo, prima, e Bucciantonio, dopo e Mariotti ha avuto Altieri, prima, e Marchese dopo. Al di là delle relazioni interpersonali tra di loro, né Artese e né Mariotti hanno dato l’impressione che sta dando la Magnacca in questi giorni, mettendosi sempre la fascia da presidente (che Spadano indossava solo alle processioni e Gianni Mariotti non s’è mai messa) oppure tagliando i nastri centralmente con il sindaco di lato. Questo modo molto presenzialista di interpretare la propria leadership si è visto pure nel Consiglio di ieri. Mentre arrivavano le bordate di Argirò e di Boschetti, la Magnacca faceva la suggeritrice della De Nicolis. Invero, non si era mai visto in un Consiglio comunale che Artese facesse il suggeritore di Tomeo e men che meno che Mariotti lo facesse di Altieri o Marchese. Beninteso, in altri Comuni, ci sono stati casi in cui, per effetto del doppio mandato, i sindaci precedenti hanno continuato a fare i sindaci di fatto. Lo abbiamo visto a Schiavi con Sciarra/Piluso e a Fresa con Antonini/Di Stefano. Ma era stato detto alla cittadinanza nei comizi: “la legge non consente che io venga rieletto, per cui eleggeremo lui, ma sapendo che il sindaco sarò ancora io”. In questi piccoli Comuni c’è stato un patto trasparente e pubblico tra il sindaco precedente non elegibile e quello successivo, che scientemente aveva accettato di fare il pro console comprimario. A San Salvo si vuole fare come Fresa e Schiavi? La De Nicolis vorrà fare la comprimaria (come Sciarra e Antonini) o il sindaco (come Tomeo, Bucciantonio, Altieri e Marchese, sia pure da successori dei rispettivi leader)?

DE NICOLIS, L’INCOGNITA VARIABILE – Emanuela De Nicolis è stata eletta sindaco per pochi voti e non era stata neanche in Giunta. Per sua stessa ammissione non pensava di diventare candidato sindaco, per cui si ritrova in quel posto “quasi” suo malgrado o comunque senza averlo pianificato. E’ portata a trasformare in competenze (politico-amministrative) le sue conoscenze (giuridiche), anche se la legalità è un’altra cosa rispetto alle procedure ordinamentali. E’ comunque naturale che si affidi all’esperienze del suo predecessore. Ma il punto è se vorrà essere ricordata come i sindaci comprimari di Fresagrandinaria e Schiavi d’ Abruzzo o come i suoi illustri predecessori sansalvesi (Tomeo, Bucciantonio, Altieri e Marchese, i quali furono si legati ai rispettivi leader, ma non da ventriloqui). Per questo la De Nicolis, pur essendo una delle variabili, resta un’incognita. Personalmente la prima sua risposta non mi porta ancora a decifrarla: da un lato ha elogiato Fabio Raspa (senza nominarlo) per aver diffuso il video della macchina lavata alla villa, ma ha fatto dichiarare insoddisfatto Fabio Travaglini, l’interpellante. Vedremo. Vedremo l’importante variabile De Nicolis a cosa porterà e soprattutto lo vedranno gli altri leader del Consiglio (Di Toro, Lippis e Maria Travaglini, che da ex vice sindaci, ieri silenti e sornioni, sono la quinta variabile della legislatura). Nulla ci aspettiamo dai consiglieri di prima nomina, come il Di Ninni, che ha fatto un intervento di dichiarazione di voto di due minuti e in mezzo ci ha ficcato un “Abbiamo vinto noi”. L’istinto giovanile e l’inesperienza ovviamente gli fa omettere di vedere chi è seduto di fronte a lui e quello che succederà se effettivamente l’Opposizione metterà il naso tra le carte, come ieri hanno detto di voler fare.

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