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ESILARANTE COMMEDIA DEGLI AMICI DEL SORRISO

Oltre due ore di risate a crepapelle

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Dopo cinque anni torna in scena Sebon (in vita Felice Tomeo) e scattano tredici serate di risate, che sono tredici solo perché il Centro culturale dopo è impegnato. Ma avrebbero potuto continuare per molte altre serate, tante sono le richieste non esaudite. La formula è semplice e sperimentata, per chi, come chi scrive, ben conosce Nicola Civitarese, attore coprotagonista, regista ed autore - riadattatore dei testi.

Si punta anzitutto sul personaggio Sebon (stavolta anche nel titolo: la badante di Sebon), presente in scena senza soluzione di continuità. Lo si affianca con 6 attori: 3 veterani (Nicola Civitarese, Roberto Lamelza e Mario Torricella, con due parti in commedia) e 3 nuovi (Iva Kalqizi, Ivana Iezzi e Lara Franceschini, nipote di Renato Bevilacqua, cui è intitolata la Compagnia da cui prevengono i veterani).

Scenografia  semplice ed unitaria : un appartamento di San Salvo, abitato da un' anziana ma forte donna costretta ad occuparsi di due suoi coetanei (che sta in scena per quasi tutta la durata del copione) ovvero del cognato "cecato" e del marito "semiparalizzato", i cui difetti saranno superati con l' arrivo della giovane e bella badante. La commedia, recitata interamente in dialetto locale, è condita di doppi sensi, sorprese e sostenuta da tre coprotagonisti, con quattro attori che pure hanno parti impegnate (Torricella ne ha addirittura due).

I dialoghi di Civi e Sebon sono conditi di termini che usa quest' ultimo nella vita reale e nelle gag alla Casina delle Rose. Professionale anche la voce fuori campo ed il gioco delle luci. Quindi è giusto dire che, per quanto fortemente comunicata in sansalvese “schiacciato”, la commedia può essere proposta anche oltre i nostri confini, purché ovviamente recitata in dialetto abruzzese o in vernacolo comprensibile ovunque.


 

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