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Dal Granaio d'Italia alle Colline Irpine - Un Viaggio in Moto nei Borghi Storici

Tappa del Giro d'Italia di Enzo Costantino: Alberona FG - Savignano Irpino AV - Bovino FG

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Prosegue il tour tra “I Borghi Più Belli d’Italia” per il trofeo Internazionale “Borghi in Moto 2024”. Dopo aver lasciato il bellissimo Abruzzo, con le sue montagne e la costa dei Trabocchi, oggi mi trovo in Puglia con una tappa in Irpinia per visitare tre borghi. Il paesaggio è cambiato: si aprono spazi immensi e pianeggianti, i cui colori ricordano quelli di Vincent van Gogh. La Puglia, conosciuta come il granaio d’Italia, è già stata trebbiata e il profumo del grano pervade tutto il percorso.

Ma torniamo allo scopo del mio viaggio: i borghi. La prima sosta è ad Alberona (FG). L'origine del nome Alberona è incerta, potrebbe derivare da "alveus" (cavità, ricetto) o "alberone" (grande albero). Nel primo caso, si fa riferimento a una comunità di calabresi che si sarebbe rifugiata nel ricetto, intorno al quale sarebbe sorto il paese. Nello Scadenzario di Federico II (1239), il borgo è chiamato Alberona, mentre Andrea Spinelli nei Diurnali del 1258 lo cita come Alvarona.

Storia di Alberona:

  • 950-1000 ca.: Ampliata dai Normanni, secondo alcune fonti Alberona sarebbe stata fondata dai Bizantini.
  • 1258: Alberona viene donata dal Re Manfredi ad Amelio de Molisio, il cui ricordo è ancora presente nel cognome D’Amelio, diffuso e antico. In seguito passa ai Cavalieri Templari che ne mantengono il possesso fino al 1307.
  • 1312: Il Concilio di Vienna stabilisce la soppressione dell’Ordine dei Templari. Alberona diviene proprietà dei Cavalieri Gerosolimitani, altrimenti detti Cavalieri di Malta, che le concedono privilegi e autonomia giurisdizionale.
  • 1414: Alberona assume la denominazione di "castrum", segno del passaggio da semplice casale a luogo fortificato. In seguito viene elevata al rango di fortezza dai Re di Napoli.
  • XVI sec.: Un ramo della potente famiglia Gonzaga approda ad Alberona, che viene abbellita con opere di pubblica utilità, mentre la chiesa Priorale è dotata di ricchi arredi.
  • 1600: Alberona passa sotto il controllo dei Vescovi di Volturara.
  • 1656: La peste provoca 384 vittime, tra cui il vicario generale don Pietro de Nigris.
  • 1794: Con l’abolizione dell’Ordine Gerosolimitano, Alberona passa al Regno delle Due Sicilie.

Lasciata Alberona, mi dirigo verso Savignano Irpino. Il percorso è un saliscendi tra papaveri e ginestre. Il toponimo di Savignano deriverebbe da un certo Nasellius Sabinus, un militare romano vissuto nel I secolo, da cui trasse il nome il "Fundus Sabinianus" e poi il "Castrum Sabinianum", oppure dalle popolazioni italiche pre-romane, i Sabini, stanziati nell’Italia centrale.

Storia di Savignano Irpino:

  • Neolitico: Le origini di Savignano sono testimoniate dai graffiti neolitici rinvenuti nella grotta di San Felice in località Ferrara e dagli insediamenti preistorici di Ferrara, S.Angelo e Sierro Palumbo.
  • Medioevo: Durante il regno di Tancredi d’Altavilla, nel 1193, nel punto più alto del Castello fu giustiziato il governatore Sarolo Guarna, accusato di aver parteggiato a favore di Enrico VI.
  • 1445: Segna l’avvento dei Guevara, famiglia nobiliare spagnola, che avrebbe conservato il titolo di conti di Savignano fino al 1950.
  • 1727: Papa Benedetto XIII fece realizzare a sue spese l’intero complesso dell’“Hospitius pro peregris”, noto anche come palazzo Orsini dal nome della famiglia del pontefice ed attuale casa comunale.
  • 1801: Il paese, appartenente in precedenza al Principato Ultra, diventò di pertinenza della Capitanata, corrispondente all’attuale provincia di Foggia.
  • 1862: Dopo l’Unità d’Italia, il paese fu ribattezzato Savignano di Puglia. Un secolo dopo, nel 1964, cambiò nuovamente il nome in Savignano Irpino.

Il tempo meteorologico è cambiato: piove. Mi dirigo verso l’ultima visita della giornata: Bovino (FG). Questa è la prima pioggia vera che prendo dalla mia partenza da Albizzate il 22 maggio. Storia di Bovino:

  • 323 a.C.: La città, fondata dai Dauni, partecipa alle lotte sannitiche contro i Romani, dai quali viene distrutta e ricostruita col nome di Vibinum.
  • 663: Bovino è distrutta dai Bizantini durante la guerra con i Longobardi.
  • 876: Bovino comincia a rifiorire sotto l’imperatore Basilio I e i suoi strateghi bizantini.
  • 967: I Saraceni di Abul Kasem mettono a ferro e fuoco la città, subito ricostruita dai Bizantini. Ma, pochi decenni più tardi, è di nuovo distrutta dall’imperatore Ottone I.
  • XI sec.: Quando i primi Normanni giungono nel Mezzogiorno, Bovino è uno degli ultimi capisaldi bizantini.
  • XIV-XVI sec.: Si succedono al comando del feudo di Bovino varie casate gentilizie. Don Giovanni de Guevara, nobile di Spagna, ottiene nel 1575 il titolo di Duca di Bovino.
  • 1656: La peste bubbonica lascia in vita a Bovino appena 1200 cittadini.
  • XVIII-XIX sec.: Bovino subisce la piaga del brigantaggio. La situazione è così grave da costringere i Borboni a vietare che i boschi arrivino ai margini della via maestra lungo l’intero tragitto tra Benevento e Bari.

Sopra il video racconto della 7ª tappa del mio Giro d’Italia per il Trofeo Mototuristico "Borghi in Moto 2024".

 

 

 

 

 

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